«Call center di Esatto da fame, il sindaco annulli l’appalto»
Un call center “sbagliato”. Pur facendo capo a Esatto spa, l’agenzia di riscossione tributi del Comune di Trieste. Il Comitato paritetico regionale per la cooperazione sociale (costituito da Legacoop. Confcoperative, Agci e dai sindacati Cgil, Cisl e Uil), che svolge la funzione di Osservatorio sugli appalti, ha inviato il 7 settembre una lettera a Esatto spa e per conoscenza al sindaco di Trieste Roberto Cosolini chiedendo “l’annullamento per autotutela della gara per l’affidamento del servizio di gestione del Call center di Esatto e l'indizione di una nuova procedura”. Il motivo? Tecnico e politico. «Ci siamo trovati di fronte a un appalto con un prezzo al di sotto dei costi minimi del lavoro. Inoltre l’amministrazione comunale triestina disattende ancora una volta i suoi ripetuti impegni a favore degli affidamenti alle cooperative sociali» spiegano i vertici del Comitato paritetico. «Da calcoli da noi effettuati, la gara appare del tutto priva di una adeguata copertura economica, atta a garantire il regolare svolgimento del servizio quanto a costi del personale ed altri connessi. I soli puri costi diretti connessi alla gestione del servizio superano infatti di gran lunga la cifra posta a base economica della stessa». I calcoli non mentono. «La base d'asta è pari a 204mila euro triennali cioè 68mila euro annuali, in gara è richiesta la presenza in linea di minimo 7 operatori negli orari di apertura del servizio che sono pari a 36 ore settimanali. Il numero complessivo di chiamate annue è stimato in 60mila - si legge nella lettera -. Per avere 7 operatori in linea è necessario essere un call center "grosso", perché così è possibile gestire più operatori impegnati su altri lavori quindi parzialmente scarichi. Per gestire 60mila chiamate annue con i paletti sopra definiti è necessario impegnare almeno 3,7 Fte (unità equivalenti al tempo pieno) che ai sensi del contratto nazionale di lavoro delle cooperative sociali comporta una spesa complessiva pari 86.570,00 euro, che da soli superano di gran lunga la base d'asta».
Non è solo di una questione di soldi. «La procedura poteva benissimo essere semplificata, trattandosi di procedura sotto la soglia comunitaria che renderebbe possibile l'affidamento con procedura riservata alle cooperative sociali "di tipo B" - spiega nella lettera il Comitato paritetico regionale - . Il che tra l'altro sarebbe stato coerente con gli impegni più volte solennemente assunti dall'amministrazione comunale di Trieste, proprietaria di Esatto spa, in sede di Consiglio comunale aperto, di convenzione con le associazioni del settore e di ripetuti impegni, riaffermati anche recentemente dal signor sindaco in un incontro con le associazioni stesse. Ci permettiamo sommessamente di ricordare come il signor sindaco e l'assessore Treu (ex sindacalista della Cgil, ndr) si fossero impegnati ad attività di coordinamento con le società controllate e che incontri con queste ultime fossero stati chiesti dai rappresentanti delle associazioni delle cooperative sociali, senza ottenere risposta». Triste il finale. «In sintesi, riteniamo - spiegano i responsabili del Comitato paritetico - che questo sia l'ennesimo episodio in cui l'amministrazione comunale del capoluogo regionale, pur predicando a parole un atteggiamento a favore delle persone svantaggiate e disabili e delle loro realtà associative ed imprenditoriali, sceglie di ricorrere a forme di "mercato" in cui non si tiene conto dei diritti dei lavoratori e degli utenti. Non è un caso che la cooperazione sociale triestina, realtà di eccellenza nel panorama nazionale ed europeo, stia attraversando un complessivo regresso, e che i servizi vengano sempre più estesamente assegnati a realtà esterne».
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