Calendario no-fusione al Bar Sport di Ronchi E il Comitato accelera

RONCHI DEI LEGIONARI. Un no sempre più secco. Un no sempre più deciso. La data, presunta, fissata per il referendum popolare si avvicina sempre più e a Ronchi dei Legionari la difesa del “fortino”, di tante peculiarità e caratteristiche, non si ferma neanche di fronte alle festività natalizie. Anzi, ora che l'ingranaggio è bel oliato nessuno va in vacanza. Basta dare un’occhiata a quanto accaduto ne fine settimana, con una parte del centro chiuso al traffico per favorire l’afflusso di gente. Non è mancata l’occasione per dire no alla fusione con Monfalcone e Staranzano quando, anche di domenica, i rappresentanti del comitato che ha mosso i suoi primi passi da qualche settimana, sono scesi per strada e hanno ribadito la loro contrarietà al maxi-Comune.
Il teatro dell'ennesima sortita è stata la manifestazione “Aspettando Natale”, dove il coordinatore Fabrizio Bertini e gli altri volontari sono apparsi a metà mattinata, allestendo il loro banchetto, fra gli sguardi incuriositi e sorpresi dei passanti e degli espositori. Se vogliamo la prima, vera, presenza pubblica, dopo le “sortite” del sindaco, Roberto Fontanot e del capogruppo del Pd in Consiglio comunale, Francesco Pisapia, al mercato settimanale del mercoledì e dinnanzi all’ospedale di San Polo. A Ronchi l'idea di fondersi con i due Comuni vicini non piace e lo testimoniano le quasi mille firme raccolte per la “causa” della difesa dell'autonomia e dell’identità. Centinaia le persone che si sono rivolte ai volontari per chiedere informazioni e chiarimenti, ma anche per scambiare idee e numerosi sono stati i suggerimenti forniti ai componenti del comitato, con l’obiettivo di ampliare la fascia dei consensi al “no”. Numerose le firme raccolte. Un centinaio sono state di cittadini ronchesi, ma anche di residenti nel comune di Monfalcone, altre di persone che sono nate a Ronchi dei Legionari e che risiedono altrove, ma che hanno inisistito per firmare. E non sono mancati quelli che arrivavano da Staranzano. Sono stati proprio questi ultimi a sollecitare i soci fondatori del comitato a portare il loro banchetto per la raccolta di firme all’ombra del “bobolar”, dove ci sono tanti contrari alla fusione, ma nessuno sembra avere il coraggio di scendere in campo. La partita si gioca proprio a Ronchi e Staranzano: basta che uno dei due comuni dica “no” anche per un solo voto in più e addio alla fusione.
«Chissà che non si possa fare uno “sconfinamento” a Staranzano - commenta Bertini - allargando il nostro raggio d’azione e sottolineando ancora con maggior vigore il perché non vogliamo essere annessi». Una domenica atipica per certi versi, con i componenti del comitato ronchese, che, al calar del sole, hanno smantellato il loro “corner” e fatto il resoconto delle ore trascorse in mezzo alla gente. Fra Babbo Natale, i regali natalizi, la fetsa dei bambini...
Ma ci sono anche gli esercizi pubblici a scendere in campo. È il caso di Alma e Renzo Sgubin, titolari del “Nuovo bar sport” di via Redipuglia che, come ogni anno, hanno predisposto un omaggio per la propria clientela. Solo che quest’anno il calendario 2016, con la pubblicità del locale, ospita anche un emblematico “no” alla fusione, scritto in italiano e in sloveno. «Ci teniamo alla nostra città, alla sua storia e al suo futuro – spiegano – e abbiamo voluto dir la nostra, prendere una posizione netta e precisa. Anche se a qualcuno potrebbe dar fastidio, ma poco importa. Importa che Ronchi dei Legionari continui ad essere autonoma».
Intanto continua il “tour” del comitato che, nell'ambito degli “Incontri itineranti col comitato del No”, sarà domani, alle 18.30, alla Locanda del Ficchio di via Roma. Sarà questa l'ennesima occasione per informare, per raccogliere firme e per ribadire le posizioni sul referendum. Quelli del “no” ribadiscono ancora una volta la contrarietà a quella che definiscono la volontà creata da una “lobby”.
@luca_perrino
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