Caldo estivo coi termosifoni accesi. Alunni a scuola in maniche corte
TRIESTE È davvero un “autunno caldo”, sebbene da un punto di vista meramente climatico, quello in corso nelle scuole cittadine. Pare infatti che in diversi istituti, dalla primaria Dardi al liceo Galilei, i termosifoni si siano accesi nella data canonica del 15 ottobre. Viste però le temperature anomale degli ultimi giorni, nelle classi si sta in maniche corte e si spalancano le finestre. Un disagio, oltre che un evidente spreco, contro cui puntano il dito i consiglieri comunali del Pd, autori di un’interrogazione a riguardo: «Fa troppo caldo e si studia con le finestre aperte - segnalano i dem Valentina Repini, Fabiana Martini e Giovanni Barbo -. Il tema è di stretta attualità, vista l'emergenza climatica e ambientale, e vorremmo sapere se l’amministrazione comunale può evitare questo tipo di disagio, che comporta spreco di risorse pubbliche oltre che inquinamento. Bisogna poi pensare alla salute: con temperature sopra i 20 gradi, riscaldare gli ambienti non fa bene».
I dem desiderano inoltre sapere «se le scuole siano provviste di termostato di regolazione della temperatura e se sui radiatori siano installate le valvole termostatiche: dispositivi che permettono al riscaldamento di spegnersi o accendersi quando la temperatura raggiunge i gradi desiderati». Domande rivolte all’amministrazione locale perché, come spiega la dirigente dell’Ufficio scolastico regionale Patrizia Pavatti, «noi non possiamo fare nulla. Responsabile del riscaldamento è appunto l’ente locale: il Comune per le scuole del primo ciclo oppure le Uti nel caso delle scuole del secondo ciclo».
Ai consiglieri sono ad ogni modo pervenute diverse segnalazioni di questo genere, da istituti di vario ordine e grado: citano ad esempio l’Ic Weiss, la Dardi, l’Ic Marco Polo ma anche il liceo Galilei. Di caloriferi accesi in maniera superflua parla, dietro la garanzia dell’anonimato, pure un dipendente dell’Oberdan. La consigliera circoscrizionale Pd Maria Luisa Paglia, che è docente alla Giotti, racconta in prima persona: «Sono stati gli stessi bambini, con cui facciamo educazione ambientale, a chiedermi perché abbiamo il riscaldamento acceso se fa caldo. Per fortuna il fenomeno non è costante: i termosifoni sono in funzione un paio d’ore al mattino. Tuttavia ciò crea un disagio, anche perché la mia classe è in battuta di sole».
Sul tema esiste un’apposita ordinanza del Comune, che tratta nello specifico «l’accensione degli impianti di riscaldamento» e decreta quanto segue: «Gli impianti possono rimanere accesi, in tutto il territorio comunale, dal 15 ottobre al 15 aprile, per un massimo di 14 ore al giorno». Ci sono poi delle deroghe, in caso di temperature estremamente basse, per garantire un consono riscaldamento degli ambienti. Il regolamento, datato 2004, non obbliga ad accendere i termosifoni, insomma, bensì lo consente. Prevede inoltre le situazioni di freddo eccezionale ma non quelle di caldo. Che fare dunque? Ecco l’indicazione dell’assessore all’Educazione, Angela Brandi: «Per risolvere la situazione basta chiamare la ditta competente, che i presidi conoscono. Non esiste un riscaldamento centralizzato unico ma, al contrario, ogni complesso ha il suo. Ad ogni modo finora noi non avevamo ricevuto segnalazioni». —
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