Caldaie in tilt, a Monfalcone 24 famiglie al gelo
di Tiziana Carpinelli
Borse di acqua calda, pentoloni riscaldati col gas, maglioni pesanti e stufette: sono dovute ricorrere a questi espedienti le 24 famiglie residenti nell’ultima fila di case Ater che sono state ristrutturate in via Callisto Cosulich, a qualche decina di metri di distanza dal vecchio ingresso del cantiere, di fronte al bar Universo.
Per una settimana, infatti, gli assegnatari degli alloggi, tra cui anche diversi anziani, hanno scontato sulla propria pelle il rigore delle temperature invernali: per un guasto tecnico, la pompa del calore che serve le quattro palazzine oggetto di recente recupero non è stata in grado di servire a dovere le utenze e così i rubinetti sono rimasti a secco di acqua calda. Si è dimostrato insufficiente pure il sistema di riscaldamento, col risultato che i cittadini si sono trovati, loro malgrado, a battere i denti e ad attaccarsi alla cornetta del telefono per protestare.
Se nei primi giorni il disagio tutto sommato è rimasto contenuto, poiché la doccia con acqua tiepida, a detta di qualche residente, è stata comunque assicurata, dall’inizio di questa settimana, col precipitare delle temperature, il problema si è acuito, sollevando un’ondata di lamentele.
Ieri i tecnici incaricati dall’Ater hanno operato tutta la mattina a Panzano per risolvere la criticità, dunque l’emergenza parrebbe rientrata, tuttavia il malumore si è fatto sentire, eccome.
«Mai patito tanto freddo – commenta la signora Ada Ferro, 80 anni domani – per una settimana sono rimasta senza riscaldamento e acqua calda, trovandomi costretta a scaldare l’acqua sul fornello del gas, come si faceva in passato. Quanto alla possibilità di lavarmi, sono stata costretta a pulirmi a “pezzi”, come un puzzle! Per dormire, invece, siccome purtroppo sono sprovvista della borsa d’acqua calda, ho dovuto riempire una bottiglia di vetro, scaldarla col fuoco, e metterla tra le coperte. Come avrei potuto fare, altrimenti? La temperatura in casa mia è di 15 gradi: una vergogna».
«Adesso – conclude l’anziana – mi arrabatto con una stufetta, ma spero proprio che il problema si risolva presto e, soprattutto, che non si ripeta». «Io mi sono trasferita qui da una settimana – spiega Carmela Conte, madre di due figli di 14 a 3 anni – e subito ho notato che il riscaldamento non funzionava bene: nei primi giorni, però, ce la siamo cavata perché devo dire che la doccia era praticabile, invece dall’altro giorno l’acqua è rimasta ghiacciata. Per carità, un guasto può capitare, l’importante è che, come pare, tutto sia stato risolto».
Già, il guasto. Sul posto la ditta Modus, incaricata dall’Ater, ha svolto l’accertamento del guasto e le operazioni per il ripristino. All’origine del problema, comunque, una perdita di freon da uno dei due circuiti refrigeranti presenti nell’impianto termoidraulico, che ha mandato in blocco il compressore.
I tecnici hanno rimandato in pressione il sistema con l’azoto per trovare il punto della perdita e riparare il guasto. Forse una manutenzione non ottimale tra le cause del disservizio, almeno a detta di chi è intervenuto.
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