Calcio, Madrid non riconosce la nazionale del Kosovo: la partita diventa un caso politico
BELGRADO Altro che fair play. Le questioni politiche irrisolte nei Balcani continuano a riflettersi anche nel mondo dello sport europeo, provocando controversie, rabbia e incidenti diplomatici. Questioni come quella del Kosovo, Paese auto-dichiaratosi indipendente dalla Serbia nel 2008, non ancora riconosciuto da cinque Stati membri della Ue, tra cui la Spagna. E proprio sull’asse Pristina-Madrid si sta consumando l’ennesima polemica.
Ad accendere la miccia è stato un tweet della Nazionale iberica, che ha ricordato che la “seleccion” giocherà presto i primi match di qualificazione ai Mondiali contro Grecia e Georgia e, a fine mese, avrà come avversario «il territorio del Kosovo». Incontro Spagna-Kosovo, in programma il 31 marzo, che è stato al centro di complicati negoziati tra Figc spagnola e ministero degli Esteri di Madrid, ha svelato il giornale sportivo Marca. Madrid avrebbe di fatto imposto alla sua Nazionale di designare pubblicamente il Kosovo come «territorio» e non come Stato indipendente, proprio per evitare qualsiasi riconoscimento indiretto di Pristina, un passo che avrebbe, per la Spagna, pericolose ricadute di politica interna per il caso Catalogna. Ma i problemi interni della Spagna intessano poco, in Kosovo, dove sui social si è registrata una sollevazione anti-spagnola. «Sventoleremo le bandiere catalane», «siamo una repubblica», alcuni dei commenti, mentre molti serbi hanno reagito scrivendo «viva Espana». La reazione più furiosa tuttavia è arrivata dalla Federcalcio kosovara, la Ffk, che ha parlato di «provocazioni» e paventato addirittura di non mandare la nazionale a Siviglia se Madrid non farà marcia indietro. E una mezza inversione ci sarebbe stata, ha assicurato successivamente la Ffk, sostenendo che gli omologhi spagnoli avrebbero alla fine assicurato che «il match si terrà rispettando le regole Fifa e Uefa e i protocolli per le partite ufficiali», una mossa che in molti, a Pristina, hanno letto come una vittoria simbolica importante, mentre i media di Belgrado hanno parlato di «ricatto» a Madrid da parte del Gotha del calcio.
Vittoria che potrebbe tuttavia essere solo di Pirro. Lo ha confermato ieri la posizione del Consiglio superiore dello sport (Csd), organo governativo spagnolo che ha confermato che la partita incriminata si giocherà «normalmente», senza però che questo «implichi un riconoscimento» del Kosovo da parte della Spagna.
I media spagnoli hanno da parte loro suggerito che la Tv pubblica sarà “obbligata” a non usare in telecronaca le parole «nazionale del Kosovo». E, se l’inno di Pristina sarà suonato, si parlerà solo di «musica donata dal territorio del Kosovo». Spagna che non è nuova a posizioni simili. Nel 2018, alla nazionale kosovara di karate fu impedito di sventolare la propria bandiera ai Mondiali in terra iberica.
E l’Ucraina si era rifiutata di disputare una partita di calcio col Kosovo nel 2016. Senza dimenticare tutti gli incidenti sportivo-politici tra squadre e atleti kosovari e serbi registrati negli ultimi anni, tra tensioni, controversie e divieti di attraversare le rispettive frontiere a squadre di entrambe le parti del confine. A pagare, sempre lo sport. —
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