Calci, pugni, spintoni e offese: controllore aggredito sul bus a Gorizia
GORIZIA. Voleva salire sull’autobus. A tutti i costi. Ma non aveva con sé il biglietto. Inoltre, era recidivo e, più volte, nel passato più o meno recente era stato multato proprio per questo motivo. Un “portoghese” di professione, dunque. Come tanti, a quanto pare, ce ne sono a Gorizia.
Il controllore, dipendente della “Compagnia dei servizi”, ha svolto alla perfezione quello che è il suo mandato. E si è rifiutato di far salire sulla corriera l’uomo. Il diniego ha comportato, subito, una reazione scomposta e sopra le righe. «L’utente, che ha un’età fra i 30 e i 40 anni, ha iniziato a prendere a calci e pugni la corriera, minacciandomi e dicendomi che sarebbe venuto a cercarmi a casa. Sono un pubblico ufficiale e, fra i miei compiti, c’è anche quello di tutelare l’incolumità dell’autista. Ho fatto immediatamente chiudere le porte dell’autobus che, così, è ripartito».
Il controllore chiede di poter mantenere l’anonimato per il timore di essere oggetto di qualche ritorsione. E noi rispettiamo la scelta. Dietro l’autobus, c’era un collega che viaggiava su una vettura di servizio. «Siccome, l’esagitato avrebbe potuto prendere la corriera successiva che sarebbe passata dieci minuti più tardi, sono sceso alla fermata seguente e, assieme al collega, ho raggiunto in auto l’uomo». L’obiettivo era quello di chiedergli le generalità per la necessaria identificazione. E questo ha finito con lo scatenare, in lui, una reazione ancor più veemente ed è passato alle vie di fatto.
Mentre la Polizia (che sta approfondendo l’accaduto) parla di un principio di contatto fisico, il controllore spiega che si è trattato di una vera aggressione. «Sia chiaro. Io ho solo pensato a difendermi. Fatto sta che sono stato raggiunto da qualche pugno e da calci. E sono stato spintonato. Come se non bastasse sono stato minacciato e insultato pesantemente». Sono stati attimi davvero molto concitati. Fortuna ha voluto che di lì passasse una carabiniere in borghese che ha cercato di riportare la calma, chiamando nel frattempo le forze dell’ordine, i rinforzi. E la Polizia è arrivata con due vetture in via San Michele.
«Ho raggiunto il Pronto soccorso del San Giovanni di Dio dove mi sono stati riconosciuti sei giorni di prognosi. Per fortuna, non ho rimediato delle fratture ma contusioni alla schiena e alla mandibola sì. Controllare i biglietti e gestire i rapporti con certe persone strafottenti - la sua considerazione - sta diventando sempre più problematico anche in una città che sembra essere molto tranquilla. Non siamo ai livelli di ciò che accade a Monfalcone ma, anche qui, la situazione sta diventando pesante».
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