Calano i reati, arrivano le armi. Viaggio nell’Italia controversa

Da Nord a Sud l’Italia pullula di grandi città e piccoli paesi, che già da anni vedono i propri agenti di polizia locale portare alla cintola un’arma durante il servizio, e a casa a fine turno.
Ma c’è anche chi, nella Penisola, all’aumentare della percezione dell’insicurezza e della violenza, dice comunque no alla pistola. E, ancora, ci sono amministrazioni che invece non ascoltano le richieste dei propri vigili. E quelle che, recentemente, dopo aver distribuito pistole ai poliziotti, spesso hanno dovuto confrontarsi in aspri dibattiti con i sindacati. Anche se non sempre pistola “uguale” alto tasso di criminalità. E Trieste ne è un esempio: il vicesindaco Pierpaolo Roberti vuole il corpo municipale armato sebbene il questore Isabella Fusiello l’altro ieri, alla festa della polizia, abbia detto che il tasso di crimini è diminuito.
Per capire invece come funziona in Lombardia, se si va ad esempio a Cinisello Balsamo, nell’hinterland milanese, ci si rende conto di come il sistema a volte sia controverso. Nel 2009 è sindaco Angelo Zaninello, di Rifondazione comunista. Niente armi ai vigili, s’impunta, nonostante il personale le chieda. Nel 2016, a capo della giunta, c’è la piddina Siria Trezzi, che invece deve dire di sì alla richiesta della polizia locale, che con un referendum interno decreta al 70% di voler essere armato. «Una scelta obbligata ma non subìta», tiene a sottolineare all’epoca.
Non bastasse, spunta anche una raccolta di duemila firme della Lega e della civica La Tua Città. Il regolamento viene approvato nel 2017 dal Consiglio comunale. Un allineamento al resto del territorio di Milano Città metropolitana – Cinisello era rimasta l’unica ancora disarmata – che nella classifica dell’anno scorso del Sole 24 Ore, sulla base dei dati 2016 del Dipartimento per la Pubblica sicurezza del Viminale, risultava al primo posto per incidenza di reati ogni 100 mila abitanti, nonostante un 3,11% in meno rispetto all’anno precedente (a livello nazionale siamo a –7%). E qui i vigili l’arma se la portano anche a casa.
E passiamo a Venezia, versante opposto del Settentrione. Nel 2015 il primo cittadino Luigi Brugnaro, neanche vinte le elezioni, già distribuisce pistole alla polizia locale. Nel 2016, quando viene approvato anche il Regolamento dal Consiglio comunale, l’armamento procede di gran carriera. Anche qui la pistola semiautomatica calibro 9x21 va conservata a casa “in un luogo sicuro e chiuso a chiave”, eccetto alcuni casi in cui la si può depositare, se non troppo pieni, negli armadietti del corpo blindati a chiave sotto telecamera. Eppure Venezia, su 106 province considerate dal quotidiano economico, nel 2016 è al 20.mo posto per delitti ogni 100 mila abitanti, il –9,56% in confronto all’anno prima. Non a caso tra il Municipio della laguna e 16 vigili urbani, che, per motivi diversi, si sono opposti a prestare servizio con l’arma, si è aperto un contenzioso davanti al giudice del lavoro, che ha comunque legittimato l’uso delle armi in servizio. E nel 2017 ecco che arrivano anche le mitragliette con l’opposizione del sindacato. A Santa Maria di Sala, sempre in Veneto, a gennaio l’amministrazione propone armi pesanti per la polizia locale. Da sempre il sindaco salese richiede la presenza di vigili in servizio anche di sera, soprattutto per dare una mano ai militari dell’Arma che invece sembrano volere solo una pattuglia in più che rilevi gli incidenti stradali di sera. Bolzano è una delle cinque province in cui il tasso di criminalità nel 2016 risulta aumentato dell’1,2%. Ed ecco che nel 2017 qui sono i vigili a chiedere pistola e più personale. Calibro 765 Beretta 81S è quindi la pistola che «abbiamo dall’88», dice un poliziotto di Crotone, dove la violenza pure sta diminuendo: «È utilissima perché noi facciamo polizia giudiziaria e sicurezza, siamo equiparati a carabinieri e polizia, in tanti anni l’abbiamo impiegate per rapine, ordine pubblico, una volta allo stadio, è assegnata in via continuativa, abbiamo anche l’armeria, ma è una procedura lunga e quindi la portiamo a casa, andiamo al poligono una volta all’anno e ci esercitiamo. Mi meraviglio come a Trieste, che è grande, non ci sia».
Ce l’hanno ad esempio pure Civitanova Marche, dopo un’aggressione a delle vigilesse, e Ravenna, nonostante un 18% in meno di reati. Anche a Pace del Mela, settemila abitanti, in provincia di Messina, i vigili sono armati. Come a Colloredo di Montalbano, in provincia di Udine, duemila abitanti appena.
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