Calano i livelli d’inquinamento e a Servola “sbarcano” i politici

La Regione sceglie un inedito scenario per la presentazione del report Arpa sulla qualità dell’aria nel rione: il giardino di una famiglia anti-Ferriera
L’assessore Scoccimarro in mezzo agli attivisti in un’immagine tratta dal suo profilo Twitter
L’assessore Scoccimarro in mezzo agli attivisti in un’immagine tratta dal suo profilo Twitter

TRIESTE. Il presidente della Regione Massimiliano Fedriga fa per la prima volta la sua apparizione a Servola. Il governatore ha evitato di visitare il rione nei mesi della difficile trattativa sull’Accordo di programma, ma a partita vinta organizza assieme all’assessore all’Ambiente Fabio Scoccimarro una conferenza nel giardino di casa di una delle attiviste dei comitati anti-Ferriera. La giunta rivendica il risultato e sbandiera i dati dell’Arpa, che dopo lo spegnimento dell’area a caldo registra una riduzione delle emissioni del 30%.

L’appuntamento si tiene nel bel giardinetto di una famiglia che per anni si è battuta contro le polveri nere che si depositavano ovunque per effetto dell’attività siderurgica. «Ora tutto è cambiato», sorride la signora Petronio, mentre offre ai presenti vino e polpette sotto una pergola. Alda Sancin, presidente del Comitato No smog, ricorda come «soltanto su questo tavolo cadeva un chilo di polveri all’anno: ci siamo battuti per la salubrità, contro i disagi e i danni alla salute di queste sostanze cancerogene».

E il mutamento lo certifica anche l’Agenzia regionale per l’ambiente, il cui studio preliminare evidenzia «un significativo miglioramento sia nella qualità dell’aria sia sul fronte del rumore». Le polveri sottili mostrano «da aprile a giugno una significativa riduzione di circa il 30%», con livelli che ormai sono analoghi a quelli della centralina di piazzale Rosmini. Scende di un terzo anche la presenza media e i picchi di benzene. Arpa sottolinea inoltre che la concentrazione di benzoapirene «è scesa di circa quattro volte», mentre monossido di carbonio e biossido di zolfo calano «nei picchi orari più elevati, che erano all’origine dei disagi olfattivi». Lo spegnimento porta con sé immediati effetti anche sul rumore, «in particolare per quanto riguarda i livelli notturni», con un «decremento di 10 decibel».

«Per anni si è parlato di chiusura dell’area a caldo – dice Fedriga – e si è sempre alimentato lo scontro strumentale fra chi difendeva il lavoro e chi l’ambiente. Servivano soluzioni per contemperare le due esigenze. Grazie ai comitati che per anni si sono battuti tenendo alta l’attenzione, grazie agli assessori Scoccimarro e Rosolen per aver gestito questa partita tutelando tutti i lavoratori, grazie al Mise che ha inserito risorse ingenti. Per noi non c’erano alternative alla chiusura, ma ora l’impegno di risorse pubbliche garantisca un incremento dei livelli occupazionali attuali».

Scoccimarro esprime a sua volta «la soddisfazione di constatare che l’aria che si respira oggi in questo quartiere è migliore della maggior parte delle altre zone di Trieste. Senza l’ampio mandato affidatomi dal presidente, non avrei raggiunto il risultato di arrivare all’Accordo di programma, dopo aver avviato con la proprietà un confronto che all’inizio è stato anche ruvido perché Arvedi non voleva parlarne. Lo stabilimento rispettava i valori dell’Aia e abbiamo allora spinto sulla necessità di costruire i capannoni da 35 milioni previsti dal vecchio Adp. Ora lavoriamo per creare industria pulita e salvaguardare tutti i posti di lavoro». 


 

Riproduzione riservata © Il Piccolo