Calamite e souvenir doc nel salotto buono

“Tipicamente triestino” raddoppia e approda in via Einaudi. In vendita ritratti di Sissi e omaggi alla bora
Lasorte Trieste 14/04/17 - Via Einaudi, Tipicamente Triestino, Negozio di Souvenir
Lasorte Trieste 14/04/17 - Via Einaudi, Tipicamente Triestino, Negozio di Souvenir

«Dove posso prendere una calamita in ricordo di Trieste? E dove una bottiglia di vino?».

Queste le frequenti domande dei turisti, cui neanche gli addetti sapevano dare una risposta mentre prendevano nota delle lamentele: «Ma non c’è un unico punto dove si possa trovar tutto?». Detto, fatto. In via Einaudi, vicino a piazza della Borsa, ha aperto “Tipicamente triestino”, il secondo negozio in città dedicato ai souvenir, ma con una specificità: vende anche prodotti enogastronomici del territorio. Questa è stata l'idea delle guide turistiche regionali Emanuela Guidoboni e Donata Ursini, con il marito di quest’ultima, Licio Bossi, che già ha un punto di “ricordi triestini” in via Rossini. Dentro però non ci vanno solo i turisti, nient’affatto. Ci sono anche gli stessi triestini che ammirano e acquistano tutti i pezzi più particolari che raccontano la loro città. Tanto che, dicono le proprietarie, lo shop ha avuto già molto successo.

Dentro c’è davvero di tutto. Un ampliamento in grande stile di quel piccolo angoletto di Ponterosso. Dalle cartoline alle penne alle magliette con le scritte più divertenti come “Deme pase, son in pension” o “Lassime star che son fastidiosa”. Ma tanti sono gli oggetti caratteristici del luogo e realizzati da veri artisti. Oltre alle famosissime fotografie di tanti scorci immortalati da Marino Sterle, sono esposte anche le sculture in plastica rigida di Fulvia Lorenzutti, che rappresentano la gente in preda alla bora ad esempio. La stessa artista ha però anche esposto orologi che riportano la trama del rosone della cattedrale di san Giusto e le shopper vintage in tela e in esclusiva le stampe numerate sugli scorsi di Cittavecchia. Accanto anche gli oggetti versatili in pietra del Carso di Paolo Hrovatin. E poi si spazia dai campanellini e i piatti con le immagini della città, i ritratti di Sissi e Francesco Giuseppe, i magneti in gesso, marmo e metallo. E ancora le immagini e le “istruzioni” per bere il caffè e surrogati a Trieste.

Non mancano tovagliette da colazione con Miramare e mouse pad con tanto di golfo di Trieste. E poi ecco la parte goduriosa. Sulle mensole del negozio si trovano l’olio di Fior Rosso e Lenardon, i vin Malvasia e Refosco (a breve anche Terrano con il liquore, e la Vitovska) di due produttori autoctoni: Sancin e di nuovo Lenardon. I dolci, tra fave, pinze e presnitz, di Eppinger, la birra Cittavecchia e il caffè Primo Aroma. Ora le due socie dividono la gestione del negozio con le loro visite guidate che spaziano su tutto il Friuli Venezia Giulia. Oggi ad esempio Donata accompagna un gruppo di stranieri alla scoperta dei luoghi della letteratura legati a Umberto Saba, Italo Svevo e James Joyce, legandoli alla psicoanalisi e incentrando dunque il discorso su Edoardo Weiss, da cui lo stesso poeta triestino andava a farsi curare, e Franco Basaglia. Insomma, il lavoro non manca di certo e i dati parlano da soli. (b.m.)

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