Cala la scure sui portaborse di Palazzo
TRIESTE. Anche gli addetti di segreteria dei gruppi consiliari nel mirino della legge sui costi della politica. Dai 4 ai 6 dipendenti, stando alle stime calcolate in base alle direttive del decreto Monti che il Consiglio è costretto a recepire, rischierebbero il posto di lavoro. Sono soprattutto le forze di opposizione, da quanto è emerso ieri, a ritrovarsi con un’eccedenza d’organico: in particolare Pdl, Autonomia Responsabile e Gruppo Misto. Per non licenziare nessuno i capigruppo interverranno sul taglio a straordinari, trasferte, ridimensionamento dei livelli contrattuali e part-time. È questo uno dei nodi più difficili da sciogliere per il Palazzo che, solo poche settimane fa, aveva fatto partire le assunzioni per la nuova legislatura secondo il vecchio sistema basato sul numero di eletti per ciascun gruppo.
Ma la norma dello Stato, entrata a pieno titolo nel testo della Regione Friuli Venezia Giulia, ha fissato un limite preciso: per il personale è previsto a un budget complessivo che corrisponde a un addetto di categoria “D6” (del valore di 50 mila euro) moltiplicato per il totale dei consiglieri in carica, cioè 49. Sono in tutto quasi 2 milioni e mezzo di euro: una cifra che, considerate le 53 persone attualmente in carico, piazza Oberdan avrebbe sforato, seppur di poche unità. La norma, inoltre, obbliga a rinnovare i contratti di anno in anno, dal momento che la composizione dei singoli gruppi, oltre che gli stessi costi contrattuali, potrebbero variare nel corso del tempo. Lo dice il provvedimento: «Ogni cambiamento determina il conseguente adeguamento del budget di spesa». La legge stessa indica, in un passaggio successivo, che «l’ammontare delle risorse finanziarie è deciso annualmente dall’amministrazione regionale». Ma i dipendenti hanno già firmato per tutti i cinque anni di legislatura. I capigruppo stanno preparando alcuni emendamenti per risolvere la questione. «L’unica possibilità per restare nelle risorse assegnate – conferma Alessandro Colautti (Pdl) – è agire ad esempio eliminando gli straordinari e le trasferte oltre che con l’inserimento di qualche part-time». D’accordo Pietro Paviotti, capogruppo dei Cittadini: «Siamo tutti preoccupati per il problema del personale – ha affermato – ma, verificato che c’è uno scostamento del budget, tutti i gruppi potrebbero dimagrire del 7,5% della spesa, organizzandosi con part-time e taglio degli straordinari». (g.s.)
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