Cala il sipario sulle Coop Assalto alla merce in saldo

Dopo l’udienza decisiva in Tribunale è attesa a ore la nomina del liquidatore Partito il 40% di sconto negli otto market che stanno per passare alle Nordest
Di Piero Rauber
Lasorte Trieste 20/03/15 - Cooperative Operaie, COOP, Maurizio Consoli
Lasorte Trieste 20/03/15 - Cooperative Operaie, COOP, Maurizio Consoli

Da una parte, in Tribunale, la calma olimpica: il sintomo che l’iter della vendita-spezzatino delle Coop operaie è, in sostanza, già storia scritta. Dall’altra, nei market che stanno per cambiare padrone, la frenesia delle grandi occasioni: occasioni in tutti i sensi, con gli scaffali presi d’assalto dalla gente, come api al miele, di fronte all’irresistibile richiamo delle svendite per “cessata attività”. Due facce della stessa realtà: la calata del sipario sulle Coop di casa. Un passo necessario per la ripartenza dei singoli punti vendita sotto bandiere (quasi tutte) non triestine e per il salvataggio di un buon 90% di posti di lavoro e di un altro buon 80% di risparmi dei soci prestatori.

Ieri mattina infatti - mentre a Foro Ulpiano andava in scena l’udienza per l’omologazione del concordato preventivo, decisiva ai fini dell’avvio del piano di cessione dei diversi negozi - negli otto market che da domenica (compresa) tireranno giù le saracinesche, per riaprire qualche giorno più tardi con l’insegna delle Coop Nordest, sono comparsi gli avvisi del “fuori tutto”. Il 40% di sconto, tranne che su carne e ortofrutta, è scattato dunque all’inizio dell’ultima settimana a “regime” Operaie fra Torri, Barriera, via del Rivo, Cavana, via Palestrina, Poggi, San Sergio e Sgonico, anziché nei due o tre giorni a ridosso della serrata di sabato prossimo, come suggerivano le voci della vigilia. I super-saldi e il conseguente assalto riguarda per intanto questi otto negozi perché quello con le Nordest, chiaramente in agenda già nella settimana in corso, è il primo degli appuntamenti presi dal notaio per i rogiti di compravendita da firmare con i compratori in pectore. Gli altri - in particolare quelli con Despar e Conad - sono in programma a loro volta nelle due settimane successive. Entro venerdì 3 luglio il filotto dei rogiti si sarà, a meno di imprevisti, esaurito. Ciò significa che dal successivo lunedì 6 luglio non ci saranno più, a Trieste come nel resto del Friuli Venezia Giulia, punti vendita aperti a marchio Coop operaie.

L’autografo a suo modo storico su questi contratti davanti al notaio, per conto delle stesse Operaie, sarà messo dal liquidatore, la cui nomina spetta al collegio del Tribunale civile che si è occupato del caso Coop fin dal commissariamento chiesto e ottenuto a ottobre dai sostituti procuratori della Repubblica Federico Frezza e Matteo Tripani. Tale collegio civile - presieduto dal giudice Arturo Picciotto, affiancato dal giudice delegato alla procedura Daniele Venier e dal giudice a latere Riccardo Merluzzi - si è riservato ieri di decidere al termine di un’udienza di omologa che, come detto, è durata molto poco, in un clima piatto, privo di fulmini a cielo sereno.

Alla presenza del commercialista di Udine Andrea Bonfini nel ruolo di commissario giudiziale, ovvero di controllore “terzo” dell’iter consorsuale del Tribunale, e degli avvocati Maurizio Consoli, Ciro Carano ed Enrico Guglielmucci - il primo come amministratore giudiziario delle Coop operaie e gli altri due in qualità di “suoi” difensori della procedura - i tre giudici hanno preso atto dell’1,17% di “no” espressi contro il piano Consoli tra i creditori aventi diritto al voto e constatato l’assenza di opposizioni formali in sede di udienza decisiva. Il decreto con cui il collegio omologherà definitivamente il concordato è atteso tra oggi e domani: recherà appunto il nome del liquidatore. Potrebbe trattarsi, come anche no, dello stesso Consoli. La legge fallimentare in effetti non esclude la possibilità che l’amministratore giudiziario sia nominato liquidatore, un’opzione peraltro per la quale talvolta i tribunali italiani optano. Consoli, ieri, non ha chiaramente inteso commentare una simile ipotesi. «Confidiamo - il suo impegno - di ridurre ancora in questa ultima fase gli esuberi», stimati oggi a quota 53 contro 528 riassunzioni. Quanto ai rimborsi ha confermato che «entro il 15 di luglio arriverà il 30% della fideiussione» in capo a Banca Generali, mentre «entro la metà di settembre sarà corrisposto un ulteriore significativo acconto» dell’81,38% promesso ai soci nel concordato.

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