Cala il sipario sui gioielli artigianali realizzati a due passi dal Municipio

Dopo quarant’anni di attività lasciano i titolari di Artrè Bottega orafa di via del Teatro  «Il lavoro non manca ma la burocrazia ormai è un peso. Che emozione i messaggi dei clienti» 
Lasorte Trieste 20/09/19 - Via del Teatro, Bottega Orafa Artre
Lasorte Trieste 20/09/19 - Via del Teatro, Bottega Orafa Artre

la storia

Dopo quasi quarant’anni di attività, a dicembre chiude Artrè Bottega orafa, laboratorio di oreficeria di via del Teatro. Dietro al bancone da sempre Franca Fabian e Roberto Cusma che, dopo una vita di lavoro, si preparano a godersi la pensione. «Ho aperto il primo punto vendita con laboratorio nel 1982 in via Torino - racconta Franca -. Ero reduce da un periodo di cinque anni trascorso a Roma, dove ho imparato il mestiere da un orafo. Rientrata nella mia città ho deciso di mettermi in proprio. A quel tempo via Torino era vivace, ma ben diversa da adesso: ricordo c’era un negozio di estintori, la lavanderia, la drogheria, il gommista e il calzolaio. Gli affari andavano bene e c’era sempre lavoro. Poco dopo mi sono innamorata di Roberto, che era un barman, ed è entrato in seguito a sua volta nel laboratorio, con entusiasmo, tanto che - sorride - è diventato ben presto anche più bravo di me. Poi ci siamo spostati in via Torrebianca e dal 2006 siamo qui in via del Teatro. Nel 1987 ci siamo uniti a un altro socio, per qualche anno, poi siamo rimasti nuovamente noi due».

Tanti i clienti affezionati che, avvisati in questi giorni della futura chiusura, stanno inviando messaggi di affetto alla coppia. «È la gioia più grande - commenta Franca -. Una signora passando a salutarci, qualche giorno fa, aveva la pelle d’oca. Ci emozioniamo, sono queste le soddisfazioni più belle che ci portiamo da tanti anni di contatto con la gente. D’altra parte qui sono passate tre generazioni: c’è chi ha preso il regalo per il bimbo appena nato e poi per lui ha comprato un gioiello per la laurea o le fedi nuziali».

E nel corso del tempo non sono mancate anche le richieste originali. «Ricordo una donna che ci ha chiesto un supporto particolare voluto per appendere un uovo di struzzo - racconta Roberto - e poi un ciondolo con un dente di orca incastonato o un gioiello costruito con 40 rose d’oro, richiesto per un anniversario di 40 anni di matrimonio. Qui da noi in generale – dice - tutti hanno apprezzato sempre il laboratorio a vista, la nostra particolarità, oltre a quella di realizzare appunto oggetti su misura e secondo i desideri dei clienti».

Ma l’attività forse non si concluderà del tutto. «Il lavoro sicuramente – precisa Roberto – ma vorrei allestire parte delle attrezzature a casa, un angolino speciale, perché dopo tanti anni è difficile smettere. Continuerò, magari come semplice hobby».

Dall’8 ottobre partirà una grande svendita. «Il 31 dicembre chiuderemo tutto, forse con un brindisi o una festa - dicono -. Siamo dispiaciuti, però è giusto così. Gli affari sono sempre andati bene, ma la burocrazia di recente è diventata davvero pesante. Ma guardando a tutto il percorso svolto insieme, i ricordi sono solo positivi». —

M.B.

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