Caffè volanti e super moke Triestespresso parte a razzo
Un drone con forbici al seguito, consegnate alla “first lady” del Municipio per il taglio del nastro inaugurale, ha dato il via alla nona edizione di Triestespresso, fiera internazionale del caffè espresso e del suo indotto, uno degli eventi “b2b”, dedicati alla preziosa miscela in tutte le sue declinazioni, più importante a livello globale. E il parterre non poteva che essere di tutto rispetto: dal sindaco di Trieste Roberto Dipiazza, il quale ha promesso che questa edizione «è l’ultima che si realizza nei vecchi magazzini riadattati del Porto Vecchio, in quanto nel 2020 sarà operativo il nuovo Centro congressuale espositivo», all’assessore regionale alle Autonomie locali Pierpaolo Roberti, per il quale «questa manifestazione rinnova il legame della città con una delle sue più antiche tradizioni produttive, ovvero l’industria del caffè», dal presidente dell’Associazione Caffè Trieste Fabrizio Polojaz alla direttrice di Aries Patrizia Andolfatto.
Padrone di casa il presidente della Camera di Commercio Venezia Giulia Antonio Paoletti, il quale, in apertura, ha sottolineato il ruolo di Trieste «punto di riferimento per il caffè in Italia e nel mondo, motivo per il quale abbiamo registrato il marchio “Trieste Capitale del Caffè”».
Dopo il taglio tutti dentro a visitare la kermesse, con gli espositori e gli stand pronti ad accogliere visitatori e droni. Si perché, dopo le forbici, un altro drone ha consegnato dall’alto una tazzina di caffè al tavolo occupato da un compiaciuto Dipiazza, in compagnia di un divertito Paoletti, dello stesso assessore Roberti e del patron Bazzara.
A parte queste note di colore, che fanno parte dell’economia dell’evento, la manifestazione - forte anche dei numeri notevoli delle scorse edizioni - non ha tradito le attese: tanti visitatori professionali, molti di lingua tedesca, ad affollare i corridoi circondati da stand suddivisi per categorie merceologiche, per ricordare che dietro a una tazzina di caffè c’è un indotto notevole e composito. Quindi non solo caffè: infatti subito dopo il “rompete le righe” dell’inaugurazione, negli spazi della San Marco di Gradisca d’Isonzo è stata presentata Leva Class V6, una macchina professionale a leva a doppia bancata, unico nel suo genere, «concentrata – ha spiegato Marco Bonetto, di Bonetto Design – nel coniugare i concetti di eleganza, precisione, tradizione meccanica e automotive», che pone in risalto l’elaborata componentistica interna e la lavorazione della scocca, in acciaio idroformato, con finitura verniciata e vetro temperato che, per Roberto Nocera, direttore generale La San Marco, «riporta l’arte del fare il caffè al centro della scena e invita a riscoprire il bar come un luogo di socialità, incontro e scambio».
Ritornando al caffè, sono numerosi gli espositori istituzionali internazionali presenti, come il caffè autoctono del Perù che cresce a un’altitudine che va dagli 800 ai 2050 metri sul livello del mare. Su scala mondiale i numeri sono enormi: circa 102 milioni di sacchi di Arabica e 63 milioni di sacchi di Robusta, con l’Italia al terzo posto al mondo per importazione di caffè verde. —
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