Caffè in capsula, Illy e Kimbo si alleano

Arriva la prima macchina per il “porzionato” che consente l’uso di entrambe le miscele. È la risposta italiana a Nespresso
Di Christian Benna

MILANO. L’espresso Made in Italy si allea sull’asse Trieste-Napoli per lanciare la sfida alle multinazionali del caffè in capsula. Ieri, alle Officine 22 di Foro Buonaparte a Milano, Illy e Kimbo hanno presentato “Uno Capsule System”, la nuova macchina per caffé porzionato, creata da Indesit, che consente l’uso di entrambe le miscele. È la prima volta che il consumatore può scegliere tra due marchi su una stessa piattaforma. Ed è la prima volta che due competitor della caffeina si mettono insieme per fare massa critica e giocare (quasi) alla pari la partita con i giganti del calibro di Nestlé. L’obiettivo dichiarato dei due produttori italiani è di arrivare a coprire il 20% delle vendite nazionali del segmento del caffé in capsula. E soprattutto farsi largo in quel nuovo mondo di bere la tazzina oggi occupato per buona parte da big player come Nespresso. La partita è di quelle decisive. L’espresso da bar o in moka è un mercato in salute, che cresce del 3-4% all’anno. Ma quello delle capsule ha preso a correre a ritmi forsennati, del 22% negli ultimi 12 mesi. A fine 2013 il porzionato, secondo le stime, potrebbe valere circa 110 milioni di euro, ancora una nicchia quindi, rispetto a 3,5 miliardi di euro del caffè Made in Italy (980 milioni destinati all’export), ma destinata a guadagnare sempre più spazio. Tanto che Illy punta a generare, entro i prossimi 5 anni, il 30-40% del proprio fatturato dal caffè in capsula.

Nel 2012 l’Italia si è collocata al quarto posto (alle spalle della Germania, del Belgio e degli Stati Uniti) nella graduatoria dei maggiori esportatori di caffé, con circa 2,9 milioni di sacchi (equivalente a caffè a 174 milioni di kg di caffè verde). Eppure il grande business, secondo gli esperti, sta nelle piccole capsule, che garantiscono margini più alti e una platea di consumatori in crescita e soprattutto molto giovane. «Quello del caffé in Italia – ha detto Patrick Hoffer, presidente del Cic (Comitato Italiano Caffé) - è un mercato maturo, ma il dato rilevante é che il settore del porzionato continua a crescere a doppia cifra, rispetto al macinato moka, sostanzialmente stabile, e al macinato in pacchetti, in forte diminuzione. Possiamo quindi dire che il caffé espresso in capsula traina i consumi del caffé domestico». Si comincia quindi a braccetto tra Illy e i partenopei di Kimbo. Ma l’alleanza non si ferma qui. È intenzione delle due aziende di allargare il bacino ad altri torrefattori, sia in Italia che all’estero. Una strategia a tutto tondo di accordi commerciale per creare una potenza di fuoco da multinazionale. Il progetto nasce nell’estate del 2012, quando tra i manager di Illy ci si domandava come competere nel mondo delle capsule con un modello di business alternativo a quello dei sistemi “chiusi” e capace di stare al passo di Nespresso e soci. Alcuni produttori, anche italiani, come Vergnano, hanno tentato la carta della capsula “compatibile” con le macchine Nespresso, che ha però provocato una lunga scia di vertenze legali. La strada scelta dall’azienda triestina è stata un’altra. Lo spiega Giacomo Biviano, vice direttore generale di Illy: «Volevamo lanciare un sistema di capsule senza essere bloccati dalle clausole proprietarie delle macchine. Con Kimbo siamo complementari. Loro sono molto forti al sud e noi profondamente radicati al nord. E siamo posizionati su prodotti di fascia diversa, noi sul premium e loro su fascia media, con una differenza di prezzo del 20% sulle nostre miscele. Ma entrambi abbiamo scelto di utilizzare la grande distribuzione come canale di vendita. Al resto ha pensato Indesit con un macchina pensata per giovani colorata e di disegnato dallo storico marchio Bonetto Design». La macchina è proposta al pubblico a un prezzo accessibile, 99 euro con 32 capsule in omaggio (16 Illy e 16 Kimbo) nei colori rosa, arancione, nero e rosso cremisi.

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