Caffè a Trieste, in piazza Unità comanda Segafredo
La Segafaredo ha messo a segno un altro colpaccio. Accaparrandosi la distribuzione del caffè anche al nuovo “Audace”, ha conquistato piazza dell’Unità. Ai clienti dei due principali locali che si affacciano su piazza Unità si serve il loro espresso. L’altro bar, quello sotto il Municipio, serve invece Primo Aroma. Ma sui caffè da migliaia di tazzine al giorno, quelli che fanno i grandi numeri superando anche i 2.500 chili di caffè all’anno preparando neri, capi in B, macchiati e gocciati si impone indiscutibilmente la Illycaffè. Il dominio del gruppo triestino è assoluto. Fuori da giochi, in centro, la Cremcaffè della Julius Meinl. Il marchio fondato da Primo Rovis e oggi di proprietà dalla Julius Meinl, spicca appena in piazza Goldoni, nel suo storico locale dove in un anno si consumano 3.500 chili di caffè, e al Ponchielli.
«Due anni fa abbiamo subito una flessione, – ammette Duilio Bartole, responsabile dell’area manager della Julius Meinl per Trieste - ma l’emorragia ora è stata fermata e puntiamo al rilancio del marchio. La volontà è indubbiamente quella di crescere anche nel cuore di Trieste». Passeggiando nel centro città, nella zona che si snoda da Cavana a piazza San Giovanni, si nota che il mercato è diviso principalmente tra Illy, Excelsior, Segafredo e Hausbrandt. Il Life di piazza Cavana come pure il Tea Room di via Cadorna servono Illy. Il locale all’angolo tra via Cadorna e piazza dell’Orologio, dopo la sua ristrutturazione aveva scelto Segafredo. Ma nel marzo dello scorso anno, Raffaele Nicotra, gestore del locale, ha annunciato il divorzio da Segafredo Zanetti e il passaggio alla Illy. Piazza della Borsa e Capo di Piazza sono divise tra Illy e Excelsior. Illy è presente in uno dei bar che prepara più tazzine in città come la Portizza e nella gelateria siciliana Gangemi. L’Urbanis, altro bar che serve centinaia di espressi al giorno, ha scelto Excelsior servito anche al bar Rex. L’antico Caffè Torinese utilizza invece una miscela preparata ad hoc e che porta il suo nome dal marchio I-Max. In via San Nicolò il dominio è di Illy che soddisfa i palati degli avventori del Roma 4 e Viezzoli, locali che registrano numeri da record in termini di caffè, e dell’Expo Mittelschool. Il Ferrari ha puntato sul marchio Primo Aroma, bar Walter su Hausbrandt, come pure il Malabar di piazza San Giovanni. I caffè storici Stella Polare e Tommaseo puntano su Illy mentre la Eppinger serve una miscela preparata personalmente per il locale di via Dante. Ma il gestore di un bar come sceglie il marchio di caffè da servire? Gli addetti del settore in via confidenziale ammettono che “tutti vorrebbero avere Illy”. Illy di solito non si propone ai locali, ma sono i gestori a rivolgersi all’azienda di via Flavia. Gli altri marchi contattano i titolari di bar e ristoranti, trattando sul prezzo e offrono anche una determinata cifra per imporre il proprio marchio in quel determinato locale. «Talvolta il nuovo gestore di un bar tiene la marca di caffè che utilizzava chi lo ha preceduto – spiega Giuseppe Giovarruscio, presidente regionale Confesercenti – altrimenti valuta i prezzi e i benefit che gli vengono proposti dalle singole aziende. E’ ovvio che avere un marchio invece che un altro può fare la differenza».
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