Cadutigrandeguerra.net: il nuovo sito sulla memoria
GORIZIA. Livio Clemente, volontario goriziano, sottotenente del 56° Bersaglieri. Morì all’ospedale militare di Cormons in seguito alle ferite riportate in battaglia il 19 febbraio del 1916, probabilmente sul San Michele. Non fece in tempo a vedere la “sua” Gorizia italiana. Riposa nella tomba-loculo 9482, gradone 5 del sacrario di Redipuglia.
Un altro Clemente, Clemente Codolo, era un soldato del 2° Granatieri, morì sul Sabotino il primo novembre del 1915. Riposa nella tomba-loculo 4159 del sacrario di Oslavia.
Da oggi sarà più facile “riabbracciare” i 65.149 caduti che riposano nei sacrari di Redipuglia (Terza armata), Oslavia (Seconda armata) e Caporetto. Sono i 65.149 caduti noti, a cui si aggiungono altre decine di migliaia ignoti o “non più noti”.
Grazie alla Provincia di Gorizia c’è uno strumento molto efficace a disposizione di quanti, ricercatori, familiari, semplici curiosi, desiderano celebrare il centenario della Prima guerra mondiale pensando soprattutto a loro, a quei giovani dell’esercito italiano caduti sul Carso per conquistare, dopo le undici “inutili stragi” dell’Isonzo appena un paio di chilometri di terreno ai “nemici” austroungarici. Si chiama cadutigrandeguerra.net lo straordinario sito attraverso il quale si può tracciare l’identikit dei caduti. Cadutigrandeguerra.net (versione in lingua italiana e in lingua slovena) è un progetto nato per la conservazione mediante digitalizzazione degli elenchi storici delle persone sepolte nei sacrari militari di Redipuglia, Oslavia e Caporetto/Kobarid. Attraverso questo sito è possibile consultare gli elenchi acquisendo l'esatto luogo di sepoltura di ogni singolo caduto ed altre informazioni come il reparto di servizio ed il luogo di prima sepoltura.
Il progetto è nato dalla volontà della Provincia di Gorizia e di Onorcaduti (direzione del sacrario Militare di Redipuglia) e finanziato dall’Unione delle Province del Friuli Venezia Giulia. La realizzazione è stata affidata all’Istituto di sociologia internazionale di Gorizia.
Scrivendo una mail all’indirizzo del sito è possibile implementare i dati a disposizione o correggerli. Il sito inoltre propone una scheda storica dei tre sacrari. Un lavoro imponente che, come hanno ricordato il presidente e la vicepresidente della Provincia di Gorizia Enrico Gherghetta e Mara Cernic, è stato possibile realizzare grazie alla volontà e alla capacità di collaborare di Provincia, Onorcaduti e Isig con il contributo di tanti privati, esperti della Grande guerra. Un progetto che, tra l’altro, è costato pochissimo: appena 5000 euro all’Isig che ha redatto le schede assunte dai registri cartacei dei caduti conservati nei sacrari. «Un progetto unico in Italia di cui siamo orgogliosi», ha rilevato Gherghetta, mentre Cernic si è soffermata sul valore simbolico dell’iniziativa: quello di onorare la memoria dei caduti. Come detto il sito rimanda le schede dei caduti noti. Il tenente colonnello di Onorcaduti Norbert Zorzitto, ha spiegato la differenza tra caduti ignoti e “non più noti”. Al sacrario di Redipuglia, ad esempio, solo 45mila caduti sono noti tra i centomila totali. «I caduti non più noti - parole di Zorzitto - sono quei militari di cui si conosceva ikl luogo e la data della morte, comunicata all’epoca ai vari organismi militari e enti pubblici. Ma in seguito alla traslazione del corpo - dai cimiteri del fronte a quelli delle retrovie fino al colle Sant’Elia (solo nel 1938 fu inaugurato il sacrario ndr) - si è persa traccia dell’identità».
La digitalizzazione dei caduti consentirà ora di restaurare i fascicoli contenenti le schede dei caduti. Sono in tutto 16: 12 a Redipuglia, tre a Oslavia e uno a Caporetto.
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