Cade nel cortile condominiale a Grado: 51enne muore sul colpo
Ivan Regolin è stato trovato esanime l’altra sera in via Sant’Agata. Il dolore di chi lo conosceva
Le indagini sono in corso, assunte dal Nucleo provinciale dei Carabinieri di Gorizia, intervenuti domenica a Grado, nel tardo pomeriggio, sul luogo del tragico evento, anche se lunedì è stata sostanzialmente confermata, quantomeno con un tasso di altissima probabilità, l’ipotesi di una caduta dall’alto, senza l’intervento di altre persone.
Una caduta, presumibilmente, dal secondo piano dello stabile dove l’uomo risiedeva. Ivan Regolin, 51 anni, viveva da tempo nel complesso delle palazzine, uniformi tra loro, di via Sant’Agata, che si affacciano su un piano condominiale lastricato in porfido, là dove tutti gli appartamenti sono raggiungibili attraverso una serie di rampe di scale esterne.
Proprio in questo spazio comune, una sorta di cortile interno, domenica pomeriggio l’uomo è stato trovato esanime a terra. La febbrile mobilitazione da parte dei sanitari si è rivelata purtroppo vana: alla fine hanno dovuto arrendersi alla penosa constatazione dell’avvenuto decesso.
Le lesioni riscontrate, anche rispetto a un primo esame preliminare da parte del medico legale intervenuto sul posto, sarebbero state dunque ricondotte all’effetto della caduta.
Intense in ogni caso le attività da parte dei militari dell’Arma, a ricostruire i dettagli di quanto accaduto nelle ore precedenti. Spetterà comunque alle indagini degli inquirenti, coordinati dalla Procura, ricostruire le esatte circostanze del dramma che si è consumato in via Sant’Agata, anche alla luce dell’esecuzione medico-legale dell’autopsia, che verrà eseguita all’obitorio del San Polo, a Monfalcone, dove la salma è stata trasferita nella tarda serata di domenica.
Tutto è accaduto attorno alle 17 di domenica. Ne è seguita la chiamata al numero di emergenza 112 e, a ruota, l’allerta alle forze dell’ordine. Non risultano esserci testimoni, ma, appunto, rispetto anche ai primi accertamenti compiuti, sono state escluse ipotesi diverse da quella di una caduta autonoma.
L’appartamento dove il 51enne viveva, al primo piano, è stato ad ogni modo posto sotto sequestro. Straziante lo sconforto tra i vicini di casa, molti dei quali in lacrime, in un clima di incredulità generale.
Anche lunedì, in tarda mattinata, nel complesso delle palazzine di via Sant’Agata si percepiva dolore, intenso, e al tempo stesso grande rispetto per Regolin. Il silenzio dominava tutta l’area della Costa Azzurra: lo shock tra i vicini di casa, appunto, trasmetteva profonda tristezza.
E ancora lacrime, a testimoniare un doloroso ricordo: «Era un uomo d’oro, davvero una brava persona».
Ivan Regolin, del resto, era molto conosciuto e stimato a Grado: la sua attività, una vera e propria passione, espressa con grande impegno, capacità e sensibilità, era legata alla fotografia e alla realizzazione di video, era - è stato raccontato - un freelance professionista di spessore. Ed era anche molto dotato nel campo musicale, si distingueva come bassista nel duo acustico Blue Age Unplugged.
Parole centellinate, quelle di chi lo conosceva, in zona. Troppo il dolore, troppa l’incredulità, a sovrastare il resto. Le attestazioni di stima e affetto, lunedì, sul posto, si moltiplicavano.
«Ivan era una persona speciale, rispettosa, sempre gentile e a modo», ha spiegato un collega che ha condiviso innumerevoli servizi video e fotografici, l’afflizione a spezzargli il cuore, faticava a esprimersi. L’aveva incontrato solo cinque giorni fa, avevano bevuto un caffè assieme.
«Era una bravissima persona, onestissima», ha raccontato con un filo di voce, ancora incapace di realizzare quanto aveva saputo domenica sera. «Aveva lavorato anche per noi, sempre in ambito video, con grande soddisfazione per la Git», così lunedì in serata il presidente Roberto Marin.—
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