Cadaveri senza un nome. I quattro misteri triestini nel freddo di Sant’Anna

Nessuno si è fatto avanti negli anni per identificare quei corpi ritrovati privi di vita. Inclusi nel registro ministeriale, le ricerche e gli incroci di dati si sono rivelati vani
Lasorte Trieste 31/10/18 - Cimitero di S.Anna
Lasorte Trieste 31/10/18 - Cimitero di S.Anna

TRIESTE Sono di due uomini i cadaveri che da oltre un anno giacciono in una cella frigorifera dell’obitorio di Sant’Anna senza che nessuno li reclami. Altri due, senza identità, e ancora inclusi nel registro dei cadaveri non identificati del ministero degli Interni, istituito dal 2007 – e che in Friuli Venezia Giulia indica 11 casi del genere –, sono invece stati sepolti nella fossa comune dopo che è stato scandagliato ogni indizio che potesse svelare il loro nome.

Di quei corpi senza vita non si sa nulla, tranne il giorno e il luogo del ritrovamento. Quelli ancora in obitorio, per essere seppelliti devono attendere il nulla osta delle autorità giudiziarie, una volta trascorso il tempo tecnico necessario per consentire l’incrocio dei dati con quelli delle persone scomparse, con qualche appello da lontano, un indizio, che possano eventualmente stabilire la loro identità. Frammenti di esistenze, complicati da intrecciare. Ma niente, in questi casi nessuna identità certa è stata trovata. E intanto quei corpi vengono conservati nel complesso cimiteriale di Sant’Anna.

Uno dei due che non hanno ancora trovato sepoltura, era stato rinvenuto il 16 settembre del 2016 in via della Vitalba, in Costiera. Di quel cadavere si sa solo che è di un uomo di origine caucasica, tra i 40 e i 45 anni, capelli castano chiari, leggermente brizzolati, occhi azzurri. Al momento del ritrovamento, era sdraiato su un telo da mare che riportava sopra una stampa dell’isola greca di Thassos. Il medico legale che aveva effettuato l’autopsia, aveva stabilito che la morte era avvenuta per cause naturali. Indossava una polo rossa, pantaloni lunghi color beige, una cintura turchese, delle scarpe blu con particolari in bianco numero 41. Portava un bracciale di pelle al polso destro e una collana di tipo tribale in legno e plastica. Aveva con sé uno zaino color verde: all’interno, degli occhiali da lettura, un k-Way rosso e un pugnale a lama ricurva con manico inciso.

L’altro corpo ancora in obitorio e senza sepoltura è quello di uomo trovato – questo è l’unico dettaglio che AcegasApsAmga ha fornito – nel 2017 in una zona periferica della città.

Non è stato possibile stabilire nemmeno l’identità di un uomo di colore, di circa 30 anni, che a Trieste si è tolto la vita gettandosi sotto a un treno nella primavera del 2006. Sui polsi segni di tagli, che testimoniano come avesse già provato a farla finita in precedenza. Il suo caso resta indicato nel registro dei cadaveri non identificati del ministero degli Interni ma il corpo è già stato sepolto nella fossa comune del cimitero di Sant’Anna. Senza identità anche il corpo di un uomo tra i 55 e i 60 anni, dai capelli brizzolati, esile, la barba incolta, alto un metro e 70, trovato senza vita l’11 agosto del 2002 in corso Saba.

Rimangono un mistero pure i resti ossei rinvenuti nel 2013 in un bosco a Padriciano. Approfondimenti su quei resti hanno stabilito che appartengano a una persona alta poco più di un metro e mezzo tra i 25 e i 30 anni. —


 

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