Cadavere in mare, forse è del velista di Oman Sail
POLA. Molto probabilmente è stato risolto il caso della scomparsa in mare di Mohammed Al Alawi, il velista ventiseienne di Oman Sail, il team del sultanato, caduto in acque croate nel Quarnero mentre a bordo di un trimarano stava navigando alla volta di Trieste per partecipare alla Barcolana. Nella zona dell’isolotto di Sansego, non lontano dal luogo in cui avvenne oltre due mesi fa il tragico episodio, nelle reti di un motopesca è rimasto impigliato il cadavere di un uomo; il ritrovamento è stato confermato dalla portavoce della Questura istriana Natasa Vitasovic. Si è ora in attesa dei risultati dell’autopsia sulla salma e dunque dell’identificazione ufficiale: tutto però fa supporre che si tratti del giovane omanita. Innanzitutto il corpo è stato ritrovato presso l’isolotto di Sansego, non lontano dal punto in cui cadde in mare Mohammed Al Alawi, 16 miglia a ovest di Lussinpiccolo, nelle acque prospicienti l’isolotto di Unie. In secondo luogo, negli ultimi tempi non risultano altre persone scomparse in mare da quelle parti.
Mohammed Al Alawi era caduto in acqua all’alba del 7 ottobre dal trimarano Musandam, bolide hi-tech di oltre venti metri di lunghezza che come detto stava navigando al largo delle coste croate in direzione di Trieste dove nel successivo fine settimana avrebbe dovuto partecipare a uno degli eventi a corollario della Barcolana. Probabilmente il giovane era di turno di guardia e si suppone sia caduto per un brusco movimento dell’imbarcazione causato da un’onda anomala. Sicuramente non era fissato con la cintura di sicurezza. In base alla prima ricostruzione effettuata allora, cadendo avrebbe urtato la testa contro qualche parte dell’imbarcazione perdendo i sensi e venendo così inghiottito dalle onde. In caso contrario Al Alawi sarebbe rimasto a galla e notato dagli altri componenti dell’equipaggio che - accortisi subito dell’incidente - avevano immediatamente fermato lo scafo e iniziato a perlustrare la zona.
Lanciato l’allarme, erano subito scattate le ricerche che si erano protratte per giorni: vi erano stati impegnati due aerei - uno privato e l’altro del ministero degli Interni croato - quattro motovedette della Capitaneria di Porto di Fiume e della polizia del mare, in tutto una ventina di persone. Erano state allertate anche le Capitanerie di Porto italiane dell’Alto Adriatico, velivoli avevano sorvolato anche le acque fino allo specchio di mare fra Ancona e Rimini. Alle operazioni aveva partecipato tutto il team dello stand Oman Sail allestito alla Barcolana, che pertanto era rimasto chiuso per tutta la durata della regata. Le ricerche purtroppo non avevano dato esito: dopo nove giorni, il 15 ottobre il team aveva annunciato di avere sospeso le ricerche, dicendosi «completamente devastato» dal dolore. Ora forse il mare ha restituito il corpo di Mohammed. (p.r.)
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