Cacciatori arruolati per debellare in carso l’Alianto infestante

Anche i cacciatori sono stati arruolati per combattere contro l’invasione delle colline carsiche monfalconesi da parte dell’Ailanto, invadente pianta aliena che mette a rischio la biodiversità. Guidati dal direttore Alfredo Boscarol e con la supervisione di Paolo Lenardon del Corpo forestale del Friuli Venezia Giulia, i cacciatori della Riserva di Monfalcone hanno provveduto in questi giorni al taglio e all’asporto del materiale legnoso e vegetale derivante dalla eradicazione di una vasta colonia di Ailanto (Ailanthus altissima) presente nella zona 14 della caccia di selezione, a circa 300 metri verso destra dall’entrata nel Carso dalla salita Moncenico (in direzione quindi della trincea Joffre).
L’iniziativa ha fatto seguito alla segnalazione da parte dell’assessore all’Ambiente Sabina Cauci del serio problema dell’invasione di Ailanto, una pianta aliena che sta minacciando la biodiversità naturale del Carso, ma diffusa anche in città nei giardini privati. L’Ailanto è una delle piante aliene più aggressive che stanno condizionando e alterando gli ecosistemi vegetali e le loro interazioni biotiche anche con le specie animali. L’Ailanto viene definito “albero puzzolente”, perché in particolare le radici e le foglie rilasciano una miscela di tossine (in particolare l’ailanthone una sostanza allelopatica che inibisce la crescita di altre piante) dal caratteristico odore sgradevole che impedisce molto efficacemente la crescita di altre piante e rende le foglie talmente sgradevoli che gli animali non se ne cibano. La pianta cresce in modo velocissimo verso l’alto, è molto adattabile e ha una grande capacità di espansione sia attraverso i semi provvisti di ala (detti samare).
L’Ailanto forma soprattutto una fitta rete di radici che producono decine di polloni tutti collegati fra loro, molto difficili da estirpare e che anzi si moltiplicano a dismisura quando la parte aerea della pianta viene danneggiata o distrutta. In città le radici di Ailanto, che si possono estendere per decine di metri, creano anche problemi alle tubature sotterranee. Il Comune ha provveduto a degli interventi di contenimento nella zona del colle della Rocca e del Centro visite di Pietrarossa. —
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