Caccia allo sposo scaricato dopo il sì

Inviati di tutta Italia per una storia piena di sorprese
La vignetta de Il Piccolo
La vignetta de Il Piccolo
Ha fatto il giro di tutta Italia la storia pubblicata del Piccolo della sposa che scappa con l’amico subito dopo il sì, senza neanche presentarsi al banchetto nuziale. Un feuilleton che ha attirato a Trieste un vero circo mediatico: inviati di alcune testate nazionali e di numerose televisioni. Tutti si sono messi a caccia del povero, inconsolabile, sposo, che è tornato a lavorare. Una caccia andata a vuoto perchè il riferimento della banca era sbagliato, tanto che qualcuno ha tentato di mettere in dubbio la veridicità della storia. Così bella da sembrare una puntata di una soap-opera di un film americano. Ma senza lieto fine.


Il matrimonio-lampo, naturalmente, c’è stato, seppure con qualche depistaggio da parte degli invitati, i quali hanno riferito alcuni particolari in maniera volutamente distorta per tutelare l’identità e la dignità dell’uomo scaricato. Questione di dettagli ma la storia (purtroppo per lui) c’è tutta. Lo conferma l’imprenditore Paolo Furlan, invitato al matrimonio in quel maledetto sabato 16 maggio. «In effetti - ha ammesso con qualche imbarazzo - è andata proprio così. Non sappiamo neppure noi darci una spiegazione, ma non volevamo dare riferimenti precisi alla cronista. È stata una situazione tragicomica, forse più tragica che comica. Una storia triste e delicata su cui noi amici preferiamo mantenere il silenzio. Posso solo dire che non è proprio scappata con l’autista ma con un amico che per l’occasione si era offerto di guidare la macchina. Altrimenti sarebbe tutto ancora più grottesco. Ora ci interessa solo stare vicino a lui».


La versione dei fatti riveduta e corretta, è quasi la fotocopia della precedente. Cambiano solo alcuni particolari sui quali gli invitati sono irremovibili, si appellano alla privacy. Davanti a un numero ristretto di invitati (meno di una trentina), il matrimonio è stato celebrato in Municipio da una delegata del Comune. Finite le foto di rito, la sposa ha voluto cambiarsi d’abito. Ma era solo uno stratagemma per poter preparare le valigie in fretta e furia e scappare con il suo vero amore, l’amico che si era offerto di accompagnarla. Mentre iniziava la loro sofferta fuga verso la Grecia, lo sposo e gli invitati aspettavano invano in un giardino di una villa dove era stato allestito il banchetto. Dopo quattro ore la ragazza ha riaperto il cellulare e ha vuotato il sacco per lo sconcerto dei presenti.


Lo sposo adesso vorrebbe dare l’incarico all’avvocato Paolo Volli per trascinare in tribunale la ragazza che amava e che adesso odia. «Non l’ho ancora sentito», afferma il legale. «Tuttavia mi sono già occupato di un caso analogo in passato. Per esperienza posso dire che non è così semplice chiedere i danni materiali e morali, mentre si può ottenere l’annullamento del matrimonio».

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