Caccia al timoniere della Concordia
FIRENZE. Chiude l’inchiesta sul naufragio della nave Costa Concordia ma non tutto fila liscio: a distanza di mesi non si riesce a rintracciare Jacob Rusli Bin, il timoniere indonesiano che capì male, forse per problemi di comprensione della lingua, gli ordini di Francesco Schettino e che sbagliò almeno due manovre, una virata a destra e qualche momento dopo una controvirata a sinistra contribuendo a mandare la nave sugli scogli dell’Isola del Giglio il 13 gennaio scorso.
Per rintracciarlo e consegnarsi un avviso di garanzia, la procura di Grosseto ha coinvolto l’Interpol tuttavia il timoniere, che risulta abitante a Giakarta, capitale dell’Indonesia, non si trova. Rusli è indagato dall’estate scorsa e fu scoperto grazie alle “rivelazioni” ottenute dalla “scatola nera” in ambito di incidente probatorio. È accusato di omicidio plurimo colposo e naufragio in concorso, due reati per cui viene accusato anche Schettino.
Alla procura di Grosseto però nonostante i mesi trascorsi, non è tornata indietro l’avvenuta notifica dell’avviso di garanzia: a questo punto tra gli inquirenti c’è molta incertezza anche sul come recapitargli l’avviso di conclusione delle indagini. Peraltro l’Interpol è stata sollecitata dall’Italia più volte ma il timoniere indonesiano sembra sparito e dalle autorità indonesiane non è tornato nessun riscontro alla procura grossetana.
Ad ogni modo quasi sicuramente oggi la procura formalizzerà la notifica dell’avviso di conclusione delle indagini agli indagati. Anche ieri gli inquirenti hanno finito di preparare l’atto che segna la fine dell’inchiesta: decine di migliaia di pagine, si parla di 50.000, in cui viene dettagliatamente ripercorso tutto l’evento del 13 gennaio, quando la nave andò a urtare contro gli scogli dell’Isola del Giglio e poi si incagliò di fianco davanti al porto, facendo 32 vittime (ancora oggi ci sono due dispersi) tra le 4.229 persone a bordo, passeggeri ed equipaggio.
Il procuratore Francesco Verusio aspetta di firmare l’avviso di conclusione delle indagini questa mattina e precisa: «Stiamo ultimando gli ultimi dettagli burocratici ma le indagini sono chiuse - spiega il procuratore -. Dall’avvenuta notifica di tutti gli avvisi, ci saranno venti giorni di tempo a disposizione degli indagati (tra cui la terzo ufficiale triestina Silvia Coronica ndr) per depositare le memorie difensive o chiedere di essere ascoltati dai magistrati. Trascorso il periodo la procura presenterà al giudice dell’udienza preliminare le richieste di rinvio a giudizio o archiviazione». Le richieste di rinvio a giudizio sono attese dopo le festività natalizie: su questo punto è in corso un confronto fra i magistrati della procura grossetana per decidere se tutti i dieci indagati individuati finora debbano subire un processo, o se qualche posizione possa essere stralciata per l’archiviazione anche alla luce dei risultati dell’incidente probatorio. Proseguono intanto le operazioni di demolizione del relitto cui partecipano le piattaforme Micoperi, mastodontici gioielli d'ingegneria il più grande dei quali è stato costruito nel 1987 a Monfalcone da Fincantieri.
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