Caccia ai fondi statali: ecco com’è andata la missione a Roma per la cabinovia di Trieste
Dopo che l’Unità di Missione ha cancellato il sostegno del Pnrr per l’infrastruttura il Comune ottiene dal Mit la disponibilità ad avviare un’istruttoria per trovare risorse
L’iter della cabinovia non si arresta. Il ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti valuta l’opera «strategica» e accorda un’istruttoria per «trasformare il finanziamento Pnrr in un finanziamento ordinario» da destinare al progetto da 62 milioni di euro dopo il parere di incompatibilità espresso dall’Unità di Missione al Pnrr.
Il vertice romano
Il vertice romano tra il sindaco Roberto Dipiazza e i rappresentanti del governo si chiude con esito positivo e il primo cittadino riporta a Trieste l’impegno di Roma a realizzare l’ovovia con fondi ministeriali anziché europei, «liberando così l’opera – comunica il Comune – da una serie di vincoli temporali e procedurali legati al Pnrr». A partire dalle restrizioni imposte da Bruxelles per l’impatto che la cabinovia avrebbe sul bosco Bovedo: impatto valutato invece positivamente dal ministero all’Ambiente e Sicurezza energetica nonché dallo stesso Comune.
«I soldi ci sono: la cabinovia si farà», comunica il sindaco Dipiazza al termine della riunione durata un’ora e mezza tra la delegazione del Municipio – presenti anche i dirigenti comunali Giulio Bernetti e Roberto Prodan, il responsabile alla comunicazione istituzionale Vittorio Sgueglia Della Marra e l’avvocato Vittorio Domenichelli – e i dirigenti di Mit e Mase in ordine alla «possibile incompatibilità» dell’ovovia in ambito Pnrr.
Lo stop ai fondi Pnrr
Il 22 luglio l’Unità di Missione al Pnrr aveva infatti comunicato al Mit che la cabinovia «non soddisfa i criteri di biodiversità del Pnrr». Questo perché aveva ricevuto parere negativo nella Valutazione di incidenza ambientale (Vinca) di II livello, e positivo solo al III livello con le misure compensative recepite dalla giunta regionale in giungo. «Ne consegue – si legge nella nota poi trasmessa dal Mit al Comune l’11 settembre – che l’intervento non può avere accesso alle risorse del Pnrr», cui sono preventivati 48,7 milioni sui 62 complessivamente previsti per l’opera.
La replica del Comune
Lettura contestata dall’amministrazione comunale, che nella riunione di ieri nella Sala Biblioteca del Mit in via Nomentana ha valutato tale impostazione «non supportata da alcuna esplicita disposizione normativa, ma esclusivamente – scrive il Comune – su di un’interpretazione della risposta a una domanda che peraltro non fa alcun riferimento esplicito alla Vinca di III livello».
In altre parole piazza Unità bolla le ultime note della Commissione europea «scorrette» sia sotto il profilo procedurale, perché «intervenute in modo restrittivo a metà del progetto», che sostanziale. A supporto di ciò il Comune porta in evidenza lo studio commissionato all’Università di Udine, il quale «non ha ravvisato alcun elemento di danno significativo» che il passaggio della cabinovia avrebbe sul sito Natura 2000 del bosco Bovedo, e anzi attesta un «miglioramento dell’ecosistema» se in presenza «opportune compensazioni».
La linea del governo
Il governo tiene la linea del Comune. Lunedì è arrivata l’istruttoria positiva del Mase, che prende favorevolmente atto delle misure mitigative previste nella Vinca di III livello (già approvata dalla Regione) e consente così al Comune di archiviare la procedura, quest’ultima propedeutica all’approvazione della Variante al Piano regolatore per la realizzazione del tratto di risalita sul Bovedo.
Ieri è giunto invece il disco verde del Mit, che apre la porta alla «possibilità che il finanziamento avvenga mediante fondi ministeriali ordinari anziché con quelli del Pnrr» e quindi alla continuazione dell’iter di un’opera considerata «strategica dallo stesso ministero», anche «al fine di evitare – precisa il Comune – un contenzioso su un tema così delicato».
L’istruttoria
Il vertice è quindi sospeso con l’impegno del dicastero alle Infrastrutture ad avviare una «istruttoria diretta alla emanazione di un decreto che trasformi il finanziamento Pnrr in un finanziamento ordinario», in questo modo «liberando l’opera da una serie di vincoli temporali e procedurali legati proprio al Pnrr».
«Allo stato attuale – conclude il Comune – l’opera risulta ancora finanziata con fondi Pnrr e la procedura seguita risulta del tutto corretta». L’iter della cabinovia può dunque continuare. —
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