Caccia ai cinghiali anche di notte

L’Ispra concede la deroga all’Isontino, 100 capi in più e la possibilità agli “abilitati” di sparare sempre fuori dai confini
Di Stefano Bizzi

Una potenza di fuoco che potrebbe arrivare fino a 60 fucili in una sola volta. Per i cinghiali si prospettano tempi difficili. Da un lato, l’Ispra ha concesso per l’Isontino l’autorizzazione al prelievo in deroga di 100 ungulati nel periodo 2016-2019; dall’altro, perché il passaggio di competenze della Provincia di Gorizia alla Regione apre uno scenario completamente nuovo rispetto al passato. In sostanza: la deroga concessa dall’Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale permette “ai soggetti abilitati” di sparare anche di notte e al di fuori delle aree di caccia, ma come evidenziato ieri dalla vicepresidente della Provincia di Gorizia Mara Cernic e dall’assessore regionale alla Caccia Paolo Panontin, fino ad ora, ad avere l’autorizzazione per questa attività era solamente la polizia provinciale. Le guardie venatorie della Provincia avevano però un limite territoriale: potevano agire solo all’interno dei propri confini, quelli dell’Isontino.

Con la transizione nel Corpo forestale regionale, il limite per tutti diventa il Fvg e, a questo punto, il Cfr potrebbe, teoricamente, spostarsi in blocco ovunque necessario. «Grazie al nuovo sistema venatorio regionale, che prevede un unico contesto organizzativo, tutte le guardie venatorie della regione possono essere utilizzate sull'intero territorio del Friuli Venezia Giulia – ha sottolineato Panontin -. A Gorizia e Trieste, dove il problema dei cinghiali è particolarmente sentito, il vantaggio che ne deriva è importante, in quanto fino ad ora il nucleo operativo delle due Provincie era molto ridotto».

Per Gorizia, le unità utilizzabili passano dunque dalle precedenti sei della Polizia locale a un numero potenziale dieci volte superiore. Saranno, infatti, proprio gli agenti del Corpo forestale regionale gli unici soggetti abilitati al prelievo in deroga dei cinghiali. In termini numerici, nella zona del Collio, dal 1993 ad oggi la popolazione di ungulati è crescita del 14% all’anno, questo nonostante gli abbattimenti siano passati da poche decine ai 500/600 all’anno. Dal 15 maggio, data di apertura della caccia, alla scorsa settimana, nel distretto Collio sono stati già 250 i capi abbattuti. Mentre qui il dato è in linea con quello dello scoro anno, gli 80 abbattimenti della Pianura isontina rappresentano il risultato raggiunto in tutto lo scorso anno. Per quanto riguarda il Carso, il dato di 240 cinghiali non distingue invece tra area goriziana e triestina. Nel passare simbolicamente la deroga all’assessore Panontin, la vicepresidente della Provincia di Gorizia ha ricordato quanto sia stato difficile ottenerla e ha auspicato che possa diventare un esempio di buona prassi. Ricevendo l’eredità, l’esponente della giunta Serracchiani ha parlato di «un risultato importante» e non ha escluso che possa diventare «un progetto pilota da estendere su tutto il territorio regionale, in particolare nelle zone dove la proliferazione dei cinghiali è un fenomeno preoccupante».

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