Caccia agli ultimi voucher: si scatena l’assalto a Grado

GRADO. Meglio mettersi al riparo per le esigenze della stagione turistica. Gli operatori del turismo gradese, in vista dell'ormai imminente periodo pasquale (la stagione turistica decolla di solito già con il fine settimana delle Palme), hanno fatto incetta di voucher.
Tant'è che venerdì scorso, ultimo giorno utile per acquistare per via telematica i tagliandi, hanno letteralmente preso d'assalto le rivendite autorizzate. Come è noto Grado, ma anche le altre località balneari (il fenomeno si è verificato anche a Lignano e sicuramente in altre località turistiche della regione), hanno bisogno di un grande numero di lavoratori stagionali. I voucher avevano risolto almeno parzialmente la problematica. Si acquistavano all'ultimo momento mettendo così in regola il dipendente che non perdeva assolutamente il diritto di rimanere inserito nelle liste dei disoccupati, e anche la stessa ditta che non andava incontro ad alcuna multa per lavoro nero.
È così è partito l’ultimo assalto ai voucher da parte di albergatori, ristoratori e titolari di stabilimenti balneari. Le vendite si sono letteralmente decuplicate anche perchè le buone previsioni meteo lasciano prevedere un forte afflusso di vacanzieri per il prossimo ponte di Pasqua. Complessivamente venerdì scorso potrebbero essere stati acquistati a Grado circa 100 mila euro di voucher.
Da sabato non si poteva più farlo poiché c'è il decreto che ne vieta la vendita. Chi operava telematicamente (le ricevitorie autorizzate) non ha ovviamente potuto più venderli ma alle Poste sino a ieri quando è giunta ai vari uffici la comunicazione ufficiale dalle rispettive direzioni, sono stati staccati gli ultimi voucher cartacei inseriti nei libretti in giacenza negli uffici postali. Per l'acquisto dei voucher era previsto un tetto massimo di tagliandi di 5 mila euro, naturalmente utilizzando il bancomat.
La questione voucher mette indubbiamente in crisi tante persone. Dipendenti e titolari delle varie attività. Infatti, l'alternativa è, per il dipendente l'assunzione per un paio di giorni che comporta la cancellazione all'ufficio del lavoro; per le aziende costi e perdite di tempo da rifare tutti i fine settimana o quando necessario. La conclusione è semplice: ora rischiano di ripresentarsi i problemi precedenti all’era dei voucher con una forte quota di sommerso e lavoro in nero. In questo caso i rischi di sanzioni sono molto pesanti. E non si pensi che albergatori e ristoratori o stabilimenti balneari possano assumere queste persone in pianta stabile o per tutta la stagione perché evidentemente non ne hanno bisogno, se non per brevi periodi.
Ma a Grado, come abbiamo visto, e così in altri posti, gli operatori non sono stati a guardare ed hanno acquistato voucher per garantirsi la copertura di almeno una parte della stagione turistica che quest’anno peraltro potrebbe battere nuovi record di afflusso di vacanzieri. Il che va naturalmente a vantaggio anche del turista che potrà godere di un un servizio migliore garantito da un numero maggiore di personale.
Tuttavia per la Fondazione studi consulenti del lavoro «l'improvvisa quanto drastica» abrogazione dell'intera normativa sul lavoro accessorio determina «l'incredibile conseguenza» che per i voucher già acquistati e utilizzabili fino al 31 dicembre del 2017, come previsto dallo stesso decreto legge approvato venerdì scorso 17 marzo dal Consiglio dei ministri e già entrato in vigore, «manca una qualsiasi norma di riferimento». Per questo è necessario colmare il vuoto normativo».
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