Caccia agli astensionisti per il voto di domenica
La stagione della caccia è aperta: astenuti del primo turno, siete avvisati. Nell’ultima settimana di campagna elettorale per il ballottaggio delle amministrative è in corso un vero e proprio inseguimento degli elettori che davanti all’urna del 23 ottobre se la sono data a gambe levate. Per noncuranza, personale convincimento o semplice distrazione. Poco importa. La partita decisiva su cui scommettere è quella del 6 novembre.
Fino all’ultimo voto, dunque, si cerca di ripescare schede. Soprattutto a centrosinistra, dove la candidata Silvia Altran deve recuperare 15,49 punti percentuali e 1.644 preferenze di stacco dall’avversaria di sempre Anna Cisint, aspirante sindaco per la maxi-coalizione di centrodestra. Ma anche quest’ultima, se vuole scongiurare il ribaltone dopo lo storico sorpasso del primo tempo, quando ha battuto il Pd rastrellando 5.256 voti (49,53%), deve darsi da fare per richiamare domenica i suoi ai seggi. E possibilmente convincerli a portare altri amici.
Il bacino su cui ancora si può attingere è discretamente ampio, fermo restando che il dato d’affluenza alle urne della fatidica penultima domenica d’ottobre si è fermato alle 23 sul 51,39% (10.932 su 21.271). Un record negativo, seppur in linea col numero progressivamente decrescente di elettori, riscontrato anche alle ultime regionali. Vero è, comunque, che alle amministrative del 2011 al ballottaggio votò il 56,65% degli aventi diritto, pari a 12.445 residenti. Ma al primo turno si erano recati ai seggi 14.099 monfalconesi, cioè il 64,18%. Indipendentemente dai dati, ora nel mirino degli opposti schieramenti è finito quel 48,61% che si è astenuto. Oppure quelle liste rimaste escluse dagli scontri politici finali. Se in questo caso tessere una trama d’intese per ricucire con grillini e alternativi, dopo la scadenza dei termini per l’apparentamento di sabato scorso, può avvenire eventualmente solo sottobanco, con i “disertori” delle urne il contatto può avvenire alla luce del sole.
Tramite mobilitazione generale, per esempio. E infatti l’ordine per tutti, in primis per chi ha preso tante preferenze, è di stare sempre in giro nei rioni, specialmente dove il centrosinistra ha perso terreno, senza trascurare Panzano, che ha mandato un segnale d’allarme. I numeri, sezione per sezione, possono tracciare una road map. Il 15, l’unico seggio del rione operaio dove Altran ha sfondato (l’altro è stato il 25, a largo Isonzo, perché nei rimanenti Cisint è sempre risultata sovrastante, in termini di consensi), è stato anche quello dove la percentuale di votanti, in assoluto, è stata la più alta, col 60,74%. Picco d’astensionismo, invece, al 5 nella sezione della Duca d’Aosta. Hanno tenuto bene, invece, i seggi: 27 e 28 (rispettivamente 59,63 e 58,39%) alla Randaccio; 4 (58,37%) sempre alla scuola primaria del centro; 8 (58,08%) al Buonarroti e 29 (57,33%) alle Battisti. Ma la caccia alle schede per portare al voto più persone possibile corre anche sul cavo telefonico. E già si segnalano le prime rimostranze di persone che dimostrano di non gradire l’“attenzione”. Si tratta di cittadini che hanno segnalato di esser stati contattati telefonicamente e invitati a votare per Silvia Altran: dunque all’altro capo della cornetta c’era un supporter del centrosinistra. Ne è sorta una prima polemica, sfociata ieri anche sui social network, ovviamente promossa dagli avversari. Che evidentemente non approvano questo tipo di concorrenza serrata. Concorrenza peraltro già annunciata lo scorso giovedì nella reunion del centrosinistra chiamato a raccolta da Adriano Persi. Del resto il vicesindaco in pectore, se Altran vince, lo aveva detto chiaro e tondo: «Bisogna rimettersi le scarpe e camminare, insomma battere ogni quartiere». Trovare altre e nuove preferenze.
Perché mai come stavolta l’astensionismo ha colpito a sinistra. Probabile forma di protesta verso gli ultimi cinque anni di mandato da una parte del pueblo rosso. Di qui la chiamata alle “armi” per mantenere lo status quo ed evitare che Monfalcone, città dei cantieri, finisca in mano per la prima volta al centrodestra che vede la Lega Nord secondo partito col 14,46% più votato al primo turno dopo il Pd, crollato al 21,35% (era al 27,40%un lustro fa). Tra cinque giorni si vedrà se il battage, da ambo i fronti, avrà sortito gli effetti.
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