Caccia agli alloggi low cost messi in vendita dal Comune
Alle stelle la fame di alloggi in città, ma solo uno su tre sarà accontentato. Sintomo che la domanda di una casa a basso, anzi bassissimo, costo non è destinata a scendere, anzi aumenta di pari passo alla crisi, il numero di richieste depositate dai cittadini per acquisire i beni immobili - in tutto 38 alloggi - che l’amministrazione Altran ha deciso di alienare, con la speranza di incassare oltre 1,4 milioni di euro. Si tratta, va precisato, di risorse che l’ente locale intende reinvestire, almeno in parte, nel recupero di altri immobili (cinquanta) attualmente in disuso perchè necessitano di interventi e restano quindi sfitti.
Poste sul mercato a un prezzo davvero stracciato, le 38 case low cost hanno fatto gola a parecchi cittadini: 121 per la precisione. Famiglie che si sono fatte avanti per chiedere di poter diventare proprietarie di un appartamentino magari demodé e con l’intonaco deteriorato, ma senz’altro più alla portata delle loro tasche. All’apice della hit degli alloggi più economici si trova il civico 7 di via Morosini, che è stato proposto al pubblico a 25.700 euro, mentre il più “caro” va ricercato al 10 di via Pisani: per aggiudicarselo bisogna sborsare 73.600 euro.
L’Ater è ora incaricata delle pratiche di cessione degli alloggi, come ci spiega l’assessore al Patrimonio Fabio Gon, che segue da vicino la vicenda, e al termine del vaglio tutti i cittadini richiedenti riceveranno comunque una risposta. Ma a fronte di ben 121 domande e solo 38 alloggi mediamente uno su tre sarà accontentato, nell’ipotesi che tutti gli immobili abbiano riscosso almeno una manifestazione d’interesse. E non è detto sia così. L’assessore Gon ci tiene a precisare che gli alloggi alienabili risultano «tutti inseriti in palazzine in cui il Comune è proprietario di maggioranza e quindi può mantenere un controllo degli interventi di manutenzione straordinaria da svolgere, che così risultano più semplici». Inizialmente sul mercato erano stati piazzati 35 immobili, con scadenza delle relative domande (109 pervenute) entro il 14 novembre 2014. Poi ne sono stati aggiunti altri tre, con termine 2 febbraio scorso, data in cui si sono constatate 12 richieste.
Quanto alle regole di selezione, Gon ricorda che è stato approvato in Consiglio un puntuale regolamento, per evitare che gli immobili, per esemplificare, finiscano in mano a qualche impresa edile determinata a far razzia di case a prezzo più che popolare. E infatti viene non a caso privilegiato il residente del rione di Panzano (i 38 immobili sono tutti situati nel quantiere) già proprietario di unità immobiliari in zona e confinanti con quella sfitta messa in vendita. Ciò per dare l’opportunità alle famiglie di ampliare gli spazi.
Secondo l’assessore alle Politiche sociali Cristiana Morsolin, sulla cui scrivania quotidianamente finiscono le pratiche di cittadini costretti a scontare sulla propria pelle il problema della casa, la scelta intrapresa dall’amministrazione si è dimostrata utile. E in effetti i numeri parlano. «Molte persone alle prese con lavori precari e che si vedono precluso l’accesso a un mutuo possono trarre beneficio dall’operazione - sottolinea -, perché a poco a poco, con le proprie forze, possono rimettere a posto l’alloggio e finalmente conseguire un’abitazione di proprietà». A fare i conti con le criticità del mercato immobiliare, a Monfalcone, è circa un migliaio di cittadini. Sono 472 quelli in lista di attesa di un’assegnazione Ater. Il numero si riferisce all’ultima graduatoria del 2011 e comprende le domande formulate a seguito di nuovi bandi. Morsolin spiega infatti che, pur non compresi nell’elenco 2011, hanno diritto a presentare richiesta tre categorie: chi ha subìto sfratto esecutivo per terminata locazione; il coniuge per il quale il giudice al momento della separazione ha disposto di lasciare la casa familiare; e l’over 65. «Stiamo lavorando con la Regione sul tema - conclude - urgono finanziamenti aggiuntivi per le ristrutturazioni: la casa pubblica deve diventare una priorità». Anche chi ha preso in locazione un appartamento non è detto se la passi bene: ammontano a 515, nel 2014, le domande di contributo taglia-affitti. La casa, insomma, resta un’incognita per un migliaio di persone.
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