Caburlotto: l’avevo detto il gpl poteva esplodere
TRIESTE
Soprintendenza sottosopra per l’incendio a Miramare. «Lo sgombero era motivato - dice Luca Caburlotto, che ha ordinato sfratti coattivi tramite la magistratura -, c’è stata avventatezza nel non dare ascolto alle ripetute denunce di pericolo. Era stata chiesta la sorveglianza giorno e notte delle serre: e non c’era. La bombola di gas deve stare a 10 metri da alberi e case e sta tuttora a un metro. Quando in Prefettura furono chiamati i ministeri dell’Ambiente e dei Beni culturali solo i Vigili del fuoco non furono invitati...».
Ma anche l’architetto della Soprintendenza, Maurizio Anselmi, ora alza i toni: «È ora di finirla, l’unico che qui ammazza i colibrì è Stefano Rimoli, è un miracolo che il fuoco non sia scoppiato prima, c’erano fili tenuti insieme col nastro adesivo. Metri di serre antiche sono esplose, ci sono ferri battuti piegati e fusi, non so se basteranno i soldi del ministero per rimettere a posto, i colibrì stanno ancora in container prefabbricati in piena precarietà, i “custodi” si sono dimostrati incapaci di custodia, ora bisogna chiudere. Aggiustare gli impianti è impossibile». Anselmi, nonostante le diatribe in corso, ha pronto un progetto per le serre nuove dove dar posto ai colibrì superstiti.
L’incendio cade sul tavolo del direttore regionale dei Beni culturali Giangiacomo Martines, che dopo le denunce in Procura e le reiterate ordinanze di sfratto di Caburlotto ha avocato a sè l’intricata materia che si dipana da mesi e mesi in Prefettura, dopo gli «ordini» di Berlusconi e l’interessamento di Gianni Letta. «Evento davvero sfortunato, siamo alla conclusione delle intese Stato-Regione - dice Martines -, ma i vigili del fuoco per fortuna avevano dato prescrizioni sulla sicurezza, tutte messe in atto, altrimenti l’incendio avrebbe avuto conseguenze peggiori». Sarebbe scoppiata la bombola di gas dichiarata pericolosa.
Chi invece esplode davvero, e dichiara che nessun colibrì resterà a Miramare, è proprio Caburlotto, che dopo le ripetute ordinanze di sgombero aveva rimbeccato anche Berlusconi: «Qui decido io, non la politica». Il soprintendente contesta che la Direzione regionale prenda in questa vicenda decisioni su Miramare, dove la titolarità è sua: «Vedo prevaricazione politica - accusa -, inavvedutezza totale nel gestire una situazione di rischio, la direzione non può impormi i colibrì nelle serre nuove, così come non potrebbe ordinarmi modifiche espositive in castello. Inoltre la Fondazione del museo portuale chiede una concessione a Miramare per 3 anni. Ma se ci metti una “nursery” per colibrì che si riproducono la concessione è fittiziamente temporanea, si vincola lo Stato a perpetuarla. E la Regione ci mette 600 mila euro? Io - conclude - non mi faccio complice di un simile spreco di risorse di questi tempi».
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