Cabinovia di Trieste, ecco il cronoprogramma: a settembre 2024 il termine per la realizzazione delle stazioni

Il bando di gara con in palio progettazione definitiva, esecutiva e lavori certifica la data entro cui quelle parti dell’opera andranno ultimate. Pena l’addio ai fondi
Giovanni Tomasin
Foto Bruni Trieste 04.01.2023 Porto vecchio-zona del molo IV
Foto Bruni Trieste 04.01.2023 Porto vecchio-zona del molo IV

TRIESTE Piloni e stazioni della cabinovia dovranno essere completati entro il 30 settembre del 2024, pena la perdita del finanziamento. Le inesorabili scadenze del Pnrr tallonano dappresso l’opera anche nel bando, appena pubblicato, per la progettazione e la realizzazione della stessa.

Ora il Comune attenderà per un mese la presentazione delle offerte (scadenza il 6 febbraio) per la super-gara da 52 milioni e 771 mila euro circa: l’apertura delle buste da parte della commissione è prevista per il 7 di febbraio. Da lì in poi comincerà la corsa per la realizzazione dell’opera in tempo, altrimenti i fondi del Piano rischiano di venir meno.

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In Comune, però, la faccenda viene trattata con cauto ottimismo. L’assessore ai Lavori pubblici Elisa Lodi spiega il prossimo passaggio: «Il bando è stato pubblicato su due diverse gazzette ufficiali, italiana ed europea, perché si tratta di una gara Ue, il 6 febbraio scadono i termini per la presentazione delle proposte, il giorno successivo la commissione appositamente costituita aprirà le buste e valuterà la documentazione».

Le nomine della commissione dovrebbero arrivare entro un paio di settimane, aggiunge il dirigente comunale Giulio Bernetti, regista della parte tecnica del procedimento: «Non ci aspettiamo una gara difficile perché, considerata l’opera, non è che possa partecipare tanta gente, le imprese qualificate saranno due o tre in Europa». I tempi? Il bando stabilisce per la progettazione definitiva un massimo di 120 giorni a partire dall’inizio delle attività; per le indagini, studi, rilievi e verifiche integrative il tetto è di 30 giorni: per la progettazione esecutiva i giorni sono 60, mentre per l’esecuzione dei lavori si potrà arrivare al massimo a 495 giorni dalla data del verbale di consegna.

il caso
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Ma come si dovrebbero tradurre nel concreto, quindi, queste tempistiche? Il 2023, spiega l’ingegner Bernetti, sarà l’anno dedicato alla progettazione definitiva ed esecutiva: «Ovviamente i progettisti dovranno tenere conto dei pareri dei vari enti che si sono espressi in merito, e che sono legati al disciplinare di gara». Entro la fine di quest’anno, quindi, l’ente conta di aver concluso la parte progettuale e di poter andare in cantiere: «I lavori si svolgeranno sostanzialmente per tutto il 2024».

E proprio nel 2024 troviamo il collo di bottiglia di cui s’è fatto cenno in apertura: «In ogni caso – si legge nel bando – i lavori relativi ai montaggi meccanici delle stazioni e ai fusti di linea dovranno essere ultimati entro e non oltre il 30 settembre 2024, data oltre la quale il Comune di Trieste non potrà beneficiare del finanziamento previsto». In caso di mancato rispetto del termine, si legge ancora, «qualora le cause del ritardo siano imputabili a inadempienza dell’appaltatore, lo stesso dovrà rispondere di tutti i danni conseguenti».

Commenta Bernetti: «I tempi scadenzati sono una conseguenza del fatto che la cabinovia è finita nel Pnrr a nostra insaputa, per così dire. Il Comune non aveva fatto richiesta di finanziamento per questa cornice, in cui è stato inserito in seguito all’impegno del governo. Anche per questo ci stiamo muovendo velocemente».

La speranza degli uffici, comunque, è che in caso di ritardi (non impossibili, se si conoscono le cronache dei lavori pubblici italiani e triestini di questi anni) si possa ottenere una proroga: il termine ultimo per la realizzazione delle opere Pnrr, infatti, sarebbe un assai più rassicurante 2026.

Anche gli avversari dell’opera, però, non stanno con le mani in mano. In un confronto telematico con l’avvocato Gianfranco Carbone – che lamentava il mancato ricorso contro il diniego al referendum – il Comitato No Ovovia ha risposto con un comunicato ufficiale in cui si lascia aperta la possibilità del ricorso, anche in sede giudiziaria. Il nuovo fronte di battaglia, spiegano gli ecologisti, sono le osservazioni alla variante al piano regolatore, approvata a fine anno: «Si apre una nuova fase che darà l’opportunità a tutti i soggetti che vogliono opporsi concretamente alla realizzazione dell’opera non solo di presentare osservazioni e opposizioni alla variante ma di impugnare di fronte alla magistratura gli atti predisposti dal Comune».

Un’eventualità che l’assessore Lodi accoglie alzando le mani: «Intraprendere la via giudiziaria se qualcuno si ritiene leso è sempre legittimo e nessuno lo può impedire. Dopodiché io ho la massima fiducia nell’attività degli uffici tecnici e nei passaggi da loro effettuati, e credo che abbiamo fatto un buon lavoro».

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