Cabinovia a Trieste, il rettore del santuario “benedice” l’arrivo a Monte Grisa
Padre Moro sposa l’opzione: «Parcheggio ampliabile. Nuove potenzialità anche per il tempio»
TRIESTE L’arrivo a Monte Grisa della cabinovia in linea di massima piace, anche se la progettazione è ancora in una fase preliminare e si stanno vagliando diverse soluzioni. Ma sull’ipotesi di cambiare la location della stazione a monte del collegamento su fune con partenza dal Molo IV, spostandola da Campo Romano fino alla zona del piazzale nei pressi del santuario, vicino a Prosecco, padre Luigi Moro, rettore del santuario, non ha dubbi sin dal principio: «La stazione più importante sarebbe quella di Monte Grisa, dov’è già presente un grande parcheggio, che si potrebbe ampliare. L’area poi è attaccata al raccordo autostradale e non servirebbe abbattere il bosco a Campo romano. La stazione qui consentirebbe anche uno sviluppo ulteriore di Monte Grisa, con la creazione di un’Opera, ma è un discorso molto più ampio. Sarebbe un modo per valorizzare una zona dove ci sono tante opportunità».
L’ingegner Giulio Bernetti, dirigente comunale responsabile dei Lavori pubblici in Municipio, spiega a propria volta che «in questo momento, tra progetto preliminare, esecutivo e definitivo, abbiamo dei margini e dunque sono al vaglio possibili alternative, anche con l’obiettivo di limitare al massimo i disagi nella zona di Campo Romano». Il tutto mentre l’assessore ai Lavori pubblici Elisa Lodi conferma «l’analisi basata sull’ascolto del territorio. Sappiamo che per ottenere i fondi non possiamo cambiare progetto, questo è ormai acclarato, però abbiamo dei margini. In questo senso la modifica della tratta viene considerata una miglioria e quindi stiamo facendo delle valutazioni. Avrei anche piacere di incontrare i vari comitati che si sono costituiti per avere un confronto con loro, al momento però nessuno si è fatto avanti ed è un peccato».
Nei prossimi giorni ci sarà un incontro tra il duo composto dal sindaco Roberto Dipiazza e dalla stessa Lodi e Andrea Gobber, direttore di esercizio e progettista Studi Monplan Ingegneria, che ha disegnato il primo progetto. È qui che verrà fatta un’analisi delle possibili soluzioni alternative a Campo Romano.
Al momento le ipotesi sono appunto di far proseguire il tracciato dal Bovedo fino a Barcola, per poi salire verso il santuario, o di passare per Opicina e poi proseguire in quota. Quest’ultima alternativa sembra essere quella preferita da Dipiazza, perché - secondo il sindaco - consentirebbe una vista meravigliosa sul golfo e non andrebbe a intaccare più di tanto il progetto iniziale.
«L’idea – riprende il primo cittadino – è di arrivare fino a Monte Grisa, dove il progetto potrebbe essere esteso anche al turismo e non solo agli arrivi in città da Nord. Penso banalmente al coinvolgimento della Grotta Gigante o del Sito paleontologico del Villaggio del Pescatore. Chiaramente ci sarà un confronto con le comunelle e quindi dipende da tante cose. È un discorso ampio condizionato, però, da una guerra politica contro di me, più che contro la cabinovia. Del resto non hanno più la Ferriera con cui attaccarmi...».
Riccardo Laterza, capogruppo di Adesso Trieste, conferma intanto che «in Consiglio comunale chiederemo conto della presenza di atti formali che negano la possibilità di trasferire i fondi su un’opera di mobilità diversa dall’ovovia. A noi risulta che il ministero dell’Economia abbia previsto invece nero su bianco la possibilità di modificare i progetti già finanziati, mantenendo inalterati gli obiettivi». Lo stesso movimento ha organizzato per il 29 gennaio alle 10 un sopralluogo nella zona del Faro mentre a febbraio verrà fissata un’assemblea pubblica sul tema.—
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