Business a gonfie vele: locali e alberghi stracolmi
L’unico assente in mare, in terra e nelle retrovie è stato il vento che ha snobbato la Barcolana, ma il popolo della regata ha fatto lo stesso: Trieste si è dimostrata accogliente senza riserve, 300mila le presenze a terra calcolate ieri dall’organizzazione, più i 1878 iscritti alla gara, e a sentire i commenti praticamente non ha avuto braccia sufficienti: alberghi tutti prenotati per tempo, permanenza media di 3 notti, bed & breakfast quasi al completo, ristoranti pieni, buffet stracolmi, bar invasi, fornitori impegnati a consegnare il doppio del mangia-e-bevi normale, tram di Opicina con la fila in attesa, stand e bancarelle soffocati di gente, parcheggi pieni fino alla gola, visitatori nei musei rimasti aperti (ieri gratuiti). Guai grossi? Nessuno. Ma due cose son già chiare: il prossimo anno bisognerà organizzare più militarmente la sosta ed evitare che colonne di macchine si avvitino in centro il sabato sera a cercare un parcheggio inesistente, e da subito inibire certi locali e ristoranti dal frastuono che essi chiamano musica: attorno alle Rive qualche cittadino uscito dai gangheri a tarda notte ha buttato giù dalla finestra perfino oggetti contundenti e secchi di varechina.
«Successo impressionante - esclama Roberto Cosolini, sindaco in festa -, è la Barcolana più grande mai vista. Hanno giovato l’innovativa organizzazione che ha ridato smalto a una formula che rischiava segni di stanchezza, e le manifestazioni collaterali. E si è vista l’attrazione complessiva del “prodotto Trieste”, il bilancio economico è incredibile».
Ma su pregi e difetti, afferma il sindaco, si deve intervenire da subito. Gli ingorghi di macchine: «Il prossimo anno - annuncia - chiuderemo tutta l’area al transito come si fa per i grandi concerti al PalaRubini, organizzando trasporti-navetta. La gente però potrebbe capire da sola che il sabato sera pre-Barcolana è inutile cercar parcheggio a un metro dalle Rive...». Secondo compito: «Cominceremo da subito a “vendere” meglio il “prodotto Barcolana-Trieste 2015”, in tanti mi hanno detto di conoscere l’evento, ma che vederlo è “da non credere” e i triestini non se ne rendono conto...».
Alla Barcolana il “sindaco grande” ritiene (simpaticamente autoironico) di aver fatto anche un regalo personale: «Ho rifiutato l’invito di Marino Quaiat a salire a bordo della sua “Illyteca”, e infatti è arrivato secondo, con me dubito che ce l’avrebbe fatta...».
Per amministratori turbati dal continuo assillo di dover puntare sul turismo per nutrire un’economia mai così depressa non è di alcun provincialismo mettere la lente d’ingrandimento a una delle controprove più importanti dell’anno. Così l’assessore Edi Kraus (Sviluppo economico) ieri aveva già fatto il segugio, sapeva degli alberghi “sold out”, dei bed & breakfast «che hanno drenato la fuga in Slovenia di chi in altri anni non trovava più posto in città», delle bancarelle «che hanno fatto affari anche a “villaggio” non ufficialmente aperto e nel pomeriggio a regata chiusa da ore», dei negozi «dove gli acquirenti c’erano», e degli esercizi pubblici «fuori dal centro città che hanno beneficiato dei flussi», del tram assaltato: «Il prossimo anno dobbiamo lanciarlo turisticamente di più».
Dolcezze in fondo: Bruno Vesnaver, presidente della Fipe, aveva ieri un solo rimpianto, che la Barcolana sia una: «Da domani si entra nel lungo inverno, nella tranquillità, si chiude la stagione del turismo, aperta con la Bavisela». Guadagnato tanto? «Incassato - precisa Vesnaver -, il che è un bene, mica un male, c’era un’atmosfera incredibile, ha dato entusiasmo: la gente spende meno, ma ce n’era tanta di più, un sacco da fuori Trieste, da Bologna, Salerno, Veneto. Sul turismo ci vuole un vero progetto, è l’unica strada da battere».
Ma la Fipe farà una reprimenda: «Chi ha un locale non deve spaccare i timpani alla gente con musica pesante, l’andazzo deve finire, farò un intervento ufficiale. È un comportamento inaccettabile da parte di alcuni che s’inventano questo lavoro - incalza Vesnaver con durezza -, e che danneggia tutti noi, mentre il Comune ha permesso tavoli fuori, e musica fino all’1, la Questura è stata tollerante... Polemica da fare, se no il prossimo anno ci diranno “alle 11 si chiude”. Sono volati dalle finestre oggetti pericolosi...».
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