Bus, tesserino obbligatorio solo per gli abbonamenti annuali
Alla fine nell’asburgica Trieste salta fuori la via d’uscita all’italiana: l’obbligo c’è, ci sarebbe, c’era. E comunque la multa non scatta. O scatta solo in talune situazioni, come vedremo. In sintesi, è questa la soluzione emersa ieri dall’incontro in cui il sindaco Roberto Cosolini e i vertici di Trieste Trasporti - il presidente Giovanni Longo e l’amministratore delegato Cosimo Paparo - hanno esaminato il caso esploso sul tesserino con foto da esibire sull’autobus al controllore insieme al proprio abbonamento ai mezzi pubblici: una sorta di documento d’identità bis, valido per cinque anni al costo di un euro all’anno, che Trieste Trasporti aveva deciso di introdurre a partire da questo 2015 applicando una facoltà riconosciuta dalla Regione - precisava Paparo nei giorni scorsi - e in uso da anni in altre aziende.
L’innovazione ha innescato reazioni furibonde da parte di associazioni di consumatori ma anche, trasversalmente, del mondo politico. Ieri dunque l’incontro. «Nel prendere atto che questo strumento esiste già nella maggioranza delle città italiane e che, a partire dal 2000, è stato introdotto per tutti i tipi di abbonamento nelle province di Udine, Gorizia e Pordenone», recita una nota, sindaco e Trieste Trasporti hanno condiviso «che per gli abbonamenti mensili e quindicinali allo stato attuale vi sia espressa previsione di non sanzionabilità per la mancanza del tesserino, purché sia esibito un documento che attesti l’identità dell’abbonato». Tesserino facoltativo, insomma: la multa scatterà solo per chi non sarà in grado di comprovare la propria identità.
Situazione diversa per chi ha un abbonamento annuale: in questo caso resta obbligatorio il tesserino con foto, quello valido per cinque anni (anche nel caso in cui la gara sul trasporto pubblico locale dovesse essere vinta da altri gestori), che il cliente riceverà in una custodia che conterrà abbonamento e tesserino. Ma il “balzello” dei cinque euro imposto ad abbonati di fasce particolari, come le persone con invalidità o a basso reddito? «La Provincia e i Comuni - prosegue la nota - potranno valutare e disporre misure ad hoc per agevolare particolari categorie e situazioni di svantaggio». Un nodo questo, spiega Cosolini, che resta comunque da affrontare. Lo stesso sindaco del resto - prendendo atto che «l’azienda deve adempiere a una ben precisa direttiva sugli abbonamenti annuali» - giudica quella del tesserino una soluzione molto datata. E dunque «massima disponibilità a valutare con la Regione modalità alternative» per il controllo dell’identità quale antidoto all’utilizzo di abbonamenti non propri: «Gli estremi degli abbonamenti potrebbero essere per esempio contenuti in un data-base che qualunque controllore potrebbe verificare tramite smartphone», dice il sindaco, «o in alternativa si potrebbe fare diventare il tesserino un documento unico di abbonamento, ricaricabile».
Fin qui dunque le novità, valide per un periodo indefinito perché comunque ci sarà da capire cosa succederà dopo la gara sul trasporto pubblico locale. E quelli che a munirsi di tesserino identificativo in questi primi giorni dell’anno hanno già provveduto? «Non sappiamo quanti siano - si limita a dire Paparo - resta valido l’invito a dotarsi del tesserino». E a farlo «per tempo», in modo - interviene Longo - da «poter nel prossimo futuro godere dei benefici che potranno derivare dall’applicazione di forme di marketing tariffario dedicate ai clienti più affezionati, ovvero tutti gli abbonati». Il tesserino come sorta di “carta fedeltà”, insomma. E intanto, dall’assessore provinciale ai Trasporti Vittorio Zollia arriva un commento gelido: «Tt, in un regime di proroga quale è quello attuale, deve concordare con la Provincia qualsiasi variazione. Sulle disposizioni da applicare deve esserci la massima chiarezza nei confronti degli utenti: voglio accertare la situazione».
©RIPRODUZIONE RISERVATA
Riproduzione riservata © Il Piccolo