Burlo, salita di sei anni l’età media delle mamme

Le statistiche dicono che nel 1977 le donne partorivano a 26,7 ora lo fanno a 32,4. Il dottor Alberico: nessun allarme, ma è chiaro che da giovani ci sono meno rischi

di Piero Rauber

La prospettiva di vita si spinge in là. Quella della pensione forse anche. E così, scorrendo a ritroso le tappe della vita, tarda ad arrivare, generalmente, pure il tempo della stabilità. Dell’impiego lavorativo che permette di pianificare il domani. Condiamo il tutto, poi, con un concentrato di modelli occidentali che ci appartengono e sono in parte mitigati dagli immigrati - dal tasso di fallimento delle unioni affettive alla voglia di stiracchiare la fase del bamboccione - ed ecco che, anche a Trieste, esce il dato che non t’aspetti. Pardon, che forse t’immagini ma al quale, finché non lo vedi, non credi.

I numeri però sono numeri, e dicono che nell’ultimo trentennio l’età media delle donne che hanno partorito in questa città è salita di quasi 6 anni, dai 26,7 di una volta ai 32,4 di oggi, il che fa aumentare in linea generale, per ragioni di ordine anagrafico, i rischi teorici legati a una gravidanza e/o a un parto. Cifre e conclusioni sono del Burlo e del suo dipartimento di Ostetricia e Ginecologia, diretto nella sua struttura universitaria complessiva dal professor Secondo Guaschino e in quella ospedaliera dal dottor Salvatore Alberico, il quale è pure responsabile del centro di riferimento per le gravidanze ad Alto rischio. È proprio dal vertice di questo staff, con la collaborazione del dottor Gianpaolo Maso che vi fa parte, che è uscito uno studio sul background dei parti avvenuti al Burlo, comprendenti quindi in prevalenza la popolazione femminile triestina ma anche quella di fuori che però si è affidata al Burlo.

I risultati, benché presumibili, nelle proporzioni hanno del clamoroso. Il gruppo di lavoro ha preso a riferimento i parti del 1977 e quelli registrati tra il 2002 e il 2003, individuando un “salto” di 25 anni. I dati del 2002-2003, poi, sono stati “contro-analizzati” con quelli del triennio 2007-2010. Nel confronto “lungo”1977-2002, per intanto, è venuto fuori che già in 25 anni l’età media delle donne che avevano dato alla luce un bambino era cresciuta di quasi 6 anni, da 26,71 a 32,29. A corroborarlo le percentuali delle puerpere con più di 40 anni - l’1,6% nel ’77 diventato il 5,2% nel 2002 - e quelle delle over 35 al primo parto, il 3% nel ’77 lievitato all’11,4% nel 2002. Le “contro-analisi” recenti, quindi, hanno portato l’età media a 32,4 anni e hanno ulteriormente ingrossato, al 7,4%, la schiera delle donne che hanno partorito dopo i 40, mentre si è ritratta, stabilizzandosi all’8,6%, quella delle mamme che sono divenute tali per la prima volta dopo i 35.

La finalità medico-scientifica di questo studio era tutt’altro che la mera misurazione e presa d’atto di una tendenza sociale. Col passare degli anni, specie al di là dei 40, come si legge nelle tabelle elaborate da Alberico, possono aumentare fisiologicamente - tra le altre cose - i valori di colesterolo, trigliceridi e insulina, nonché il peso e le probabilità di avere problemi a tiroide, pressione o cuore. I nemici numero 1 per le donne in attesa, poichè i più diffusi, sono comunque il sovrappeso e il diabete gestazionale, entrambi meno rari più avanza l’età, col primo che fa salire le possibilità di insorgenza del secondo. «Nessun allarmismo - precisa in ogni caso Alberico - avere un figlio in età matura va bene, ma è chiaro che quando si è più giovani diminuiscono le probabilità di complicanze mediche». Come sempre in medio stat virtus: «Anche la maturità e la consapevolezza di essere genitori hanno un ruolo importante, l’ideale è prendere una simile decisione quando si è ancora relativamente giovani, e cercare di avere, quando la si prende, una forma fisica adeguata». Morale: grasso sarà pure bello, ma di certo è più pericoloso.

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