Burgo, 140 in “cassa” I sindacati minacciano il blocco della cartiera

Da domani fino al 20 ottobre si ferma la produzione della Linea 2. Timori per il futuro dello stabilimento di Duino
Di Tiziana Carpinelli

DUINO AURISINA. Per dieci giorni di fila si ferma la produzione della Linea 2 e 140 lavoratori, da domani, vengono messi in cassa integrazione fino al 20 ottobre. Come se non bastassero le tensioni presenti in questi giorni per un piano industriale che da mesi tarda ad arrivare sul tavolo dei sindacati e paventerebbe l'ipotesi di un ridimensionamento, se non perfino la totale chiusura, dello stabilimento Burgo di San Giovanni di Duino, tra capo e collo degli operai si abbatte ora la notizia della “fermata” produttiva. La comunicazione, resa dall'azienda alle organizzazioni sindacali, risale a martedì e ieri non sono mancate forti reazioni dalle sigle, che a questo punto parlano apertamente di un possibile ricorso all'agitazione e, nel caso in cui l'azienda non battesse ciglio a fronte delle richieste sindacali, del blocco della cartiera.

I lavoratori sono esasperati: vivono con estrema angoscia le notizie diffuse sui quotidiani dai vertici Burgo. E con l'inatteso stop alle lavorazioni la situazione diventa incandescente. Al punto che Uilcom e Slc-Cgil iniziano a ritenere che le recenti decisioni facciano parte di un “piano preciso”. Circostanza però che, da fonti vicine al gruppo, viene assolutamente smentita. «L'azienda ha pensato bene di rincarare la pressione – così il direttivo Uilcom - dichiarando una fermata per Cigo dal 10 al 20 ottobre. Siamo certi che questo sia un piano ben preciso, teso a spostare tutti gli ordinativi già programmati per la Linea 2 sugli altri siti del gruppo, cioè Verzuolo e Villorba. E di tali fatti abbiamo già avvisato le istituzioni locali, Provincia e Regione».

Uilcom ha dato mandato alla Rsu di richiedere un tavolo di incontro all'azienda e di “attivare tutte le azioni necessarie”. Più duro ancora il comunicato di Slc- Cgil: «Il comitato degli iscritti giudica vergognoso e irrispettoso nei confronti dei lavoratori e dei loro rappresentanti le modalità con cui l'ad Burgo ha dichiarato il drastico ridimensionamento dello stabilimento di Duino, paventandone addirittura la possibile chiusura». La Cgil ritiene inoltre che, per le sue peculiarità e struttura impiantistica, “il polo di San Giovanni possa continuare a produrre e a essere efficiente solo con due linee. Un ridimensionamento dello stesso – rimarca - porterebbe nel giro di poco tempo alla chiusura totale della fabbrica. Preoccupante è la gestione della cartiera, che negli ultimi mesi è apparsa quantomeno approssimativa, tanto da destare dubbi sul fatto che vi sia una strategia ben definita nel rendere inefficiente lo stabilimento”.

E le recenti dichiarazioni a mezzo stampa “creano un clima poco propedeutico al buon funzionamento” dell'impianto. «Il tutto – prosegue Cgil - è confermato dallo spostamento degli ordini di carta a Verzuolo e Villorba con la conseguente fermata della Linea 2 e la messa in Cigo di 140 lavoratori». Ma la Cgil “a questi giochi non ci sta”. E affida mandato ai due componenti in Rsu di “proporre lo stato di agitazione e la richiesta di un immediato incontro con i vertici del Gruppo per chiarire le dichiarazioni dell'amministratore delegato: e in mancanza di un pronto riscontro da parte dell'azienda, il blocco totale dello stabilimento”.

La Cgil “ha sempre dichiarato grande preoccupazione per le prospettive future di Duino”, con un “mercato della carta in continua contrazione”, cercando di sensibilizzare tutte le istituzioni già un anno fa. La cartiera ha “ampie potenzialità per ricoprire ancora un ruolo di primo piano nella produzione di carta patinata per riviste”. Ciò per la posizione strategica verso i mercati dell'Est e una struttura logistica che la collega al porto monfalconese col raccordo ferroviario e l'autostrada. Detiene due turbogas da 45 mega watt l'una e una linea di produzione, la 3, che è la seconda macchina più grande installata in Italia.

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