Buosi libero fra 12 giorni, ora tocca a Fiore

Fissata al 20 ottobre dal gip Nicoli l’udienza preliminare per il nuovo sospettato dell’omicidio Giraldi

A pochi giorni dall’inizio della libertà per Fabio Buosi, l’uomo condannato a 18 anni per l’omicidio del tassista Bruno Giraldi avvenuto nella notte tra il 22 e il 23 novembre 2003, prevista per l’11 giugno, il gip Giorgio Nicoli ha fissato l’udienza per il nuovo imputato Antonio Fiore. La data è quella del 20 ottobre. Fiore è accusato di omicidio volontario con l’aggravante dei futili motivi.

Anche lui, secondo i pm Federico Frezza e Lucia Baldovin, ha ucciso Giraldi. Ma a carico di Fiore - che è libero - secondo la richiesta di rinvio a giudizio allegata all’avviso di fissazione dell’udienza preliminare, sono in effetti pochi gli elementi di prova, come ha più volte evidenziato il difensore Giovanna Augusta de’ Manzano.

C’è la relazione dei carabinieri del Ris sulla pistola che ha ucciso il taxista: l’arma era stata sequestrata dai carabinieri a Silvano Schiavon nel mese di febbraio di due anni fa nell’ambito di una storia di droga. Ma solo l’altra estate, grazie agli accertamenti del Ris di Parma, era stato possibile collegare la pistola all'omicidio di Bruno Giraldi. Poi, nella lista, compaiono gli atti relativi al processo di Buosi. In particolare le dichiarazioni di molti testimoni. Ma compare anche, come fonte di prova, l’interrogatorio di Alfonso Forgione, l’ex amico diventato il principale accusatore di Fiore. In effetti le nuove prove a carico di Antonio Fiore sono costituite sostanzialmente dalle dichiarazioni di Alfonso Forgione, 32 anni, ex amico dello stesso Fiore.

In questi ultimi mesi i pm Federico Frezza e Lucia Baldovin lo hanno interrogato per tre volte. Tante quante i poliziotti e i carabinieri sono andati a prenderlo a Napoli, dove abita, per accompagnarlo a Trieste. Alla fine Forgione ha ceduto. Ha detto: «Ho parlato solo dopo undici anni perché avevo paura. Ora mi sento pulito». Poi Forgione, che fino a qualche anno fa abitava in largo Santorio, ha raccontato delle confidenze avute dall’amico d’infanzia: «Dopo circa due mesi (ndr, dall’omicidio) in un nostro incontro casuale mi ha detto testualmente: “Hai visto il telegiornale?” e poi “Ho ammazzato io quel tassista”. Gli ho chiesto: cos'hai combinato? Fiore ha risposto con un “sì”. Io sono rimasto senza parole, non sapevo che cosa dire». Non si può certo dimenticare che Antonio Fiore nello scorso novembre è uscito dal carcere in forza di un provvedimento del Tribunale del riesame in cui, nero su bianco, i giudici del collegio hanno ribadito la mancanza di prove a suo carico scrivendo che le indagini non avevano fornito «gli elementi sufficienti per pronosticare la condanna dello stesso Fiore».

A questo provvedimento i pm Baldovin e Frezza avevano subito presentato ricorso in Cassazione ritenendo le motivazioni manifestamente illogiche. Ma la risposta non è ancora arrivata. (c.b.)

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