Bullismo rosa su Facebook: «Docenti e genitori alleati»

Lo auspica da Trieste il direttore dell’Ufficio scolastico regionale Daniela Beltrame. «Più efficace che scaricarsi le responsabilità. Gli studenti devono segnalare i casi»
Di Laura Tonero

Alleanza tra genitori e insegnanti. E poi maggiore fermezza, messaggi educativi meno contraddittori e formazione del personale docente per individuare i potenziali bulli ma pure le potenziali vittime. Secondo Daniela Beltrame, direttore dell’Ufficio scolastico regionale, la scuola e le famiglie devo affrontare con estrema determinazione il problema del bullismo e della violenza tra giovanissimi. Alla direttrice, come a chi a Trieste lavora a stretto contatto con gli adolescenti, il fatto di cronaca che lo scorso martedì ha visto coinvolte delle studentesse di appena 13-14 anni che dandosi appuntamento in piazza Oberdan si sono confrontate a calci e pugni, non è passato inosservato.

«Va messa in evidenza questa carenza, questa emergenza educativa – avverte – malgrado il caso specifico non sia avvenuto all’interno del contesto scolastico. Gli istituti non hanno obbligo disciplinare in questa circostanza». Beltrame però non solleva il mondo della scuola dalle sue responsabilità. «Va stabilita una corresponsabilità educativa, – valuta – i genitori non possono delegare totalmente agli insegnanti la formazione dei loro figli. Anzi, - sottolinea – devono trovare nei docenti un aiuto per stabilire o rafforzare il dialogo con i ragazzi. Una proficua collaborazione tra padri, madri e personale docente potrebbe servire a “ristabilire – secondo la dirigente regionale – quei valori ormai violati dalla nostra società». Ma questa alleanza troppo spesso non esiste. Anzi, si assiste ad un rimbalzarsi di responsabilità educative. E se uno studente si comporta male gli insegnanti attribuiscono le cause alla famiglia del giovane. Come pure i genitori tendono ad accusare i professori di troppa severità. «Il rischio è che i genitori assumano un atteggiamento di difesa perché si sentono attaccanti nella loro capacità di educare – spiega Beltrame – e che a loro volto gli insegnati declinino alle famiglie le loro responsabilità».

Viene a mancare così un indirizzo chiaro a livello educativo. «Ai ragazzi, in questo modo, arrivano messaggi contraddittori – avverte la direttrice – senza pensare poi ai problemi causati dagli input che arrivano dai mass media». E senza tener conto dell’aggressività e della violenza contenuta nei videogiochi. L’Ufficio scolastico regionale ha messo a punto un vademecum indirizzato agli insegnati per fornire loro gli strumenti necessari ad affrontare il problema del bullismo. «Al personale docente vanno forniti gli strumenti necessari al riconoscimento precoce del bullo – spiega Beltrame – ma pure le potenziali vittime. Affronteremo questa urgenza con altre iniziative di formazione – conclude – valutando la possibilità di introdurre anche una cassettina dove gli studenti, chiusi nel loro silenzio, possono far giungere anonime segnalazioni».

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