Bullismo a Trieste, picchiato fuori dalla scuola

Episodio alla media "Svevo". Dopo essere stato aggredito da due compagni (uno è stato sospeso per 15 giorni) il ragazzo continua a ricevere minacce sui social. La madre ha paura

La sua colpa, se così si può impropriamente definire, è stata quella di scrivere su Facebook che di una sua compagna di scuola non gli importava granchè. Non la voleva come fidanzatina, ma solo come amica. Per la ragazza che si è sentita rifiutata è stata un’offesa. Per questo motivo gli amici di lei lo hanno affrontato e picchiato prendendolo a calci e pugni. Sette giorni di prognosi. Come se non bastasse, lo hanno anche sommerso di insulti e minacce on line.

L’episodio di bullismo si è verificato qualche settimana fa all’esterno della scuola media Italo Svevo. Tutti i ragazzi coinvolti sono studenti dell’istituto. È successo che il ragazzino è stato seguito all’uscita da scuola e raggiunto in una strada vicina da quelli che volevano fargliela pagare. Lo hanno affrontato picchiandolo e dandogli un pugno sul naso. Non solo. Nei giorni seguenti il giovane è stato preso di mira anche su Facebook con insulti e minacce. Si è creata così una situazione assurda e incredibile. Una vera e propria persecuzione.

Racconta la madre: «Da quel giorno lo accompagno a scuola circa mezz’ora prima dell’inizio delle lezioni e poi torno a riprenderlo alla fine. Questo per evitare pericolosi incontri». La donna, che è assistita dall’avvocato Giuliana Vascotto, si è rivolta ai carabinieri ai quali ha presentato denuncia. Anche la scuola si è subito attivata. La dirigente scolastica ha infatti sospeso dalle lezioni uno degli aggressori per un periodo di quindici. Il procedimento disciplinare è stato attivato non solo per l’aggressione allo studente, ma anche per una lunga serie di episodi di bullismo che si sono verificati all’interno dello stesso istituto scolastico di cui si è reso protagonista lo stesso studente violento. L’altro allievo coinvolto nel pestaggio non è invece stato punito in quanto, secondo alcune testimonianze acquisite dai docenti, avrebbe solamente assistito all’aggressione senza però prenderne parte.

Ma quel giorno, così è emerso, a vedere il ragazzino che veniva preso a pugni e calci c’erano anche altri giovani, sia allievi che non della scuola, e con loro anche alcuni adulti. Tutti a guardare. E nessuno si è mosso.

Racconta la madre: «Mio figlio è tornato a casa da solo. Era pieno di lividi in tutto il corpo. Aveva anche i segni di un pugno sul naso. Lo abbiamo accompagnato all’ospedale dove è stato medicato. Ma da quel giorno ha paura. È spaventato. Teme che gli altri lo aggrediscano ancora».

«L’episodio - spiega la dirigente scolastica Marina Reppini - è avvenuto attorno alle 14 in una strada a fondo cieco che parte da via Italo Svevo. Da quanto abbiamo potuto accertare il giovane studente è stato spinto in quel luogo e poi aggredito e picchiato. Ma quanto avvenuto è stato il seguito di una serie di atteggiamenti di minacce che erano iniziati prededentemente nella scuola da parte dell’altro studente che è poi è stato sospeso». Continua: «Queste cose non sono tollerabili. Abbiamo attivato per questo una serie di iniziative rivolte tanto agli studenti, quanto ai genitori. Sono stati infatti coinvolti anche la questura e la polizia postale. Questo - conclude la dirigente - per far capire ai giovani quali devono essere i limiti di una convivenza civile anche attraverso i social network. Prima che sia troppo tardi».

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