Bulc para i colpi dell’Europarlamento

Raffica di domande per la candidata slovena al ruolo di commissario ai Trasporti
Violeta Bulc
Violeta Bulc

Ha dimostrato di essere una persona dotata di senso dell’ironia, prendendosi in giro da sola su Twitter per la propria passione per l’esoterismo. E aveva promesso che sarebbe andata all’esame «con cuore leggero». Alla fine, simpatia e sicurezza di sé - sostenuta da una discreta preparazione di base sul tema trasporti - dovrebbero aver prevalso. Sono queste le qualità principali dimostrate ieri da Violeta Bulc, nuova candidata slovena a ricoprire un posto da Commissaria Ue ai Trasporti.

Vestito nero, giacca chiara con motivo a spina di pesce, Bulc si è seduta alla scrivania destinata agli esaminandi, sorridente, lo sguardo fermo. Solo qualche profondo respiro ad allentare la tensione l’ha tradita. Bulc che ha parlato in un ottimo inglese, prima differenza con la bocciata Bratusek, ha ricordato il suo background di «ingegnere e imprenditrice», di persona magari digiuna di politica, ma «dedicata a risolvere i problemi». Poi, ha letto un lungo discorso sulle priorità su cui si concentrerà il suo impegno, rimanendo però abbastanza sul vago, senza entrare troppo nel dettaglio. Ha sottolineato che «i trasporti sono la spina dorsale della crescita», sono una «soluzione, non un problema».

Trasporti che «devono essere inclusivi», sostenibili e «di tutti». E no al «social dumping», no alla riduzione dei diritti dei lavoratori del settore, la promessa. Trasporti che devono essere «integrati» in tutte le politiche Ue e fra di loro. Il futuro del settore, in Europa, la futura «area unica di trasporto europea». Serve poi che i trasporti «portino crescita e lavoro, fornendo un contributo all’agenda verde dell’Ue». Un esempio da seguire in questo senso, quello di Lubiana, che ha già «cinque bus ibridi, venti a metano», grazie ai fondi Ue, ha sottolineato Bulc, parlando di “smart cities”. L’obiettivo, quello di «ridurre le emissioni» in un quadro europeo, offrendo anche alternative all’uso dell’auto privata, aprendo i mercati nazionali del trasporto ferroviario passeggeri alla concorrenza. «Come posso riassumere il mio discorso?», ha chiosato la candidata. Con la parola «persone». Si deve pensare alla gente che si sposta e a chi lavora per favorire la mobilità, questo è fare buona politica di settore.

Bulc ha poi affrontato con sicurezza e sufficiente precisione le decine e decine di domande degli europarlamentari, spesso più banali delle risposte. Mai troppo approssimativa in quello che sembrava un quiz Tv, mai troppo tecnica nelle risposte, molto focalizzata sui sentimenti - «persone buone sedute attorno a un tavolo possono risolvere bene i problemi» - Bulc ha parato discretamente i colpi, zoppicando solo a tratti con qualche «non so», facendo sorridere i presenti quando ha ricordato di «vivere nella natura», ma che «ama volare», non proprio la modalità di trasporto più ecologica. Oggi, il voto degli “esaminatori”. E questa volta dovrebbe essere fumata bianca.

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