Bulc a Trieste: «Treni e autostrade per correre nell’Ue»
TRIESTE. Infrastrutture e trasporti come strumento non solo di collegamento, ma anche di unificazione di sistemi economici e sociali: non ha dubbi il commissario europeo ai Trasporti Violeta Bulc che, sul tavolo del summit di Trieste sui Balcani occidentali, ha messo un pacchetto da 200 milioni di euro.
E che soltanto poche ore fa, in un incontro “a margine” con la presidente del Friuli Venezia Giulia Debora Serracchiani, ha affermato che entro «un anno o al massimo due» si potrebbe arrivare all’agognato collegamento ferroviario passeggeri tra Venezia, Trieste e Lubiana.
Qual è il valore delle nuove infrastrutture nei Balcani occidentali nell’ottica di una loro adesione all’Europa? Le infrastrutture sono strumenti chiave con i quali assicuriamo i collegamenti e sappiamo che cosa questo, anche fisicamente, comporta, in altre parole collegamento tra le industrie e collegamento tra le persone.
Quindi un vero e proprio punto di partenza? Sì, perché quando si creano questi collegamenti iniziano le collaborazioni sui progetti e si dà avvio alle loro attuazioni con le società che si avvicinano.
Questo guida verso una prosperità comune e uno sviluppo duraturo. Questi nuovi legami, e questo è il fatto più importante, costruiscono rapporti di convivenza che garantiscono la pace nell’intera regione.
Il Processo di Berlino mette sul tavolo 200 milioni di euro per i progetti di nuove infrastrutture ma, succesivamente, in fase di realizzazione, la commissione Ue contribuirà ancora? La commissione europea già oggi ha per i Paesi membri diversi meccanismi di finanziamento delle opere distribuiti a seconda delle diverse fasi di sviluppo dei progetti stessi.
La prima fase è il finanziamento dei progetti in modo che tutto avvenga secondo le norme e gli standard comunitari e affinché questi si innestino nella rete infrastrutturale europea.
E la seconda fase? Ci sono ulteriori fondi di cofinanziamento per la realizzazione delle opere e credo che questo iter sarà valido anche per i Balcani occidentali i quali, con gli accordi di Trieste, entrano a far parte ufficialmente del sistema di finanziamento delle reti infrastrutturali europee.
Quali sono i progetti interessati? Il primo progetto che seguirà questo iter sarà quello che interessa l’area danubiana in Serbia per un valore di 11 milioni di euro.
La cancelliera Angela Merkel ha un sogno: unire Monaco di Baviera a Salonicco passando attraverso i Balcani. La filosofia dei corridoi europei si sta muovendo in questa direzione. La commissione punta molto sulle ferrovie per il traffico merci, ma anche sulle autostrade che garantiranno un traffico più omogeneo e automatizzato. E qui a Trieste abbiamo aperto un capitolo che permetterà ai Balcani occidentali di essere parte di questo ammodernamento infrastrutturale.
Treni, camion e autovetture potranno dunque alleviare quei problemi che ancora sussistono tra i Paesi dei Balcani occidentali? Non risolveranno tutto, ma noi ci adopereremo affinchè il traffico sia un elemento che favorirà i rapporti, che collegherà le persone non solo su un piano commerciale, ma anche dello sviluppo.
Le infrastrutture devono essere anche sinonimo di sicurezza. Sempre qui a Trieste abbiamo concretizzato un fattore che definisco emozionante non solo per i Balcani occidentali ma per l’Europa tutta, ossia la sicurezza stradale.
Nell’Unione europea perdono la vita sulle strade 70 persone al giorno e oltre 130mila sono i feriti gravi all’anno. Cifre che nei Balcani occidentali salgono in maniera esponenziale. Per questo l’Ue si è impegnata nel miglioramento degli standard per ridurre quanto più possibile le vittime della strada.
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