Bufera sulla presidenza della Git Grado

«La vera trasparenza alla Git l’ho già attuata io quando, ancora nel 2011, ho introdotto il regolamento per le assunzioni. Nessuno può essere assunto alla Git senza bando pubblico». Parla l’ex presidente della Git, Marino De Grassi, all’indomani delle prime dichiarazioni rilasciate dal nuovo presidente, Alessandro Lovato, il quale ha indicato tra gli obiettivi futuri quello di dare maggiore trasparenza sull’andamento della società.
«Mi sembra pertanto più una questione statistica – aggiunge De Grassi - la trasparenza della quale parla Lovato mentre personalmente, oltre a quella che riguarda le assunzioni dei dipendenti, ho introdotto pure la trasparenza indicendo gare anche per le varie forniture».

De Grassi si spinge oltre poiché qualcuno gli ha già fatto presente, e criticato, che recentemente è stata assunta una persona la quale, fra l’altro, riveste ruoli di primo piano anche in seno al direttivo del Pd locale. «Quella persona – precisa – non è stata assunta, non è un dipendente; ha un rapporto a progetto per la produzione di pubblicità a favore della Git per 8 mesi voluto dall’amministratore delegato Mauro Bigot».
Sono puntualizzazioni post assemblea societaria, durante la quale De Grassi aveva sollevato alcune problematiche, tra le quali, in base all’articolo 2390 del Codice civile, il possibile conflitto di interessi del neo presidente. Conflitto derivato dal fatto che essendo proprietario dell’albergo Astoria dove ci sono anche le terme marine stava per diventare – come peraltro è avvenuto - presidente di una società, pressoché totalmente pubblica (99,32%) che gestisce le Terme Marine pubbliche di Grado. Nessun socio ha, però, avuto da obiettare dando il via libera all’elezione di Lovato.
Altra questione sollevata da De Grassi riguarda il fatto che il Comune, come ha sempre fatto nel caso di modifiche statutarie di qualsiasi ente, associazione o Consorzio dove sia socio, non ha portato all’esame del consiglio comunale la variazione dello statuto della Git (il Comune detiene oltre il 10% di azioni) attraverso la quale si prevede di fatto che il Comune ora non conti pressoché nulla, se non per essere solamente “sentito” dalla Regione ai fini della nomina del presidente. Con il passaggio in aula dello statuto modificato, il Comune avrebbe potuto forse tutelarsi maggiormente. Il consiglio comunale avrebbe anche potuto decidere di acquistare azioni della Git. Su questo aspetto il notaio presente all’assemblea non ha avuto da obiettare, considerando che la questione è solamente un problema interno all’ente locale. Considerato inoltre il particolare momento politico locale (il prossimo anno si andrà al rinnovo della massima assise cittadina), appare evidente che la questione sarà sollevata nel corso del prossimo consiglio comunale.
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