Bufera sui 157 mila euro per il Caffè Teatro di Gorizia ancora chiuso

L’opposizione: «Il bando venga annullato». Gaggioli: «Il Comune non doveva stanziare un soldo». Gabrielcig (Percorsi): «Risorse buttate. Si sistemino le scuole»
Bumbaca Gorizia 08.12.2018 Caffè Teatro © Fotografia di Pierluigi Bumbaca
Bumbaca Gorizia 08.12.2018 Caffè Teatro © Fotografia di Pierluigi Bumbaca

GORIZIA «Si annulli il bando». È il caldo invito dell’opposizione. Che attacca il Comune per i 157 mila euro stanziati per rimettere in sesto il Caffè Teatro, tuttora chiuso nonostante la stagione del “Verdi” sia bell’e iniziata.

Ad accendere la miccia Silvano Gaggioli (Gorizia c’è) che, nell’ultima seduta del Consiglio comunale, ha presentato una lunga e circostanziata interrogazione. Il consigliere di minoranza parte dal presupposto che, carte alla mano, «è pacifico e indiscusso che in corso d’opera sono state modificate le condizioni poste per partecipare al bando». Perché la giunta ha stanziato 157 mila euro «in netto contrasto con l’articolo 4 del disciplinare che prevedeva lo scomputo dei costi per risistemare il locale dai canoni d’affitto e non il pagamento di detti lavori da parte del Comune». Insomma, l’amministrazione comunale non avrebbe dovuto stanziare alcunché, perché il vincitore del bando (Renzo Marc) al limite «avrebbe dovuto eseguire solamente dei lavori di manutenzione, non già miglioramenti o addizioni, così come indicato negli articoli 1592 e 1593 del Codice civile».

C’è di più. Nel contratto d’affitto d’azienda si fa riferimento «a un inventario comprendente mobili e attrezzature in parte inclusi nel preventivo da 157 mila euro». Gaggioli fa sapere di aver chiesto copia di tale inventario «ma gli uffici non mi hanno fornito alcunché senza, peraltro, fornire nessuna spiegazione. Ciò costituisce una grave inadempienza non solo perché non si è voluto fornire ad un consigliere un documento che ha tutti i diritti di avere ma, forse, perché potrebbe risultare che al momento della riconsegna dei locali non è stato redatto un inventario, in regolare contradditorio con il precedente conduttore del locale, con la conseguenza che se quest’ultimo avesse provocato dei danni, oggi il Comune non potrebbe richiedere il risarcimento degli stessi». Ovvero, gli ormai famosi 60 mila euro imputati a Gianpaolo Bisio.

Tanti dubbi (su cui sorvoliamo per motivi di spazio) che portano a suggerire Gaggioli, presidente anche dell’Ordine degli avvocati, di pervenire prudenzialmente «all’annullamento del bando per l’affitto d’azienda del Caffè Teatro», se non verranno fornite risposte convincenti agli interrogativi posti.

Anche Federico Gabrielcig (Percorsi goriziani) affonda il colpo. «Mi chiedo come mai si regali un bar nuovo di zecca a chi ha regolarmente vinto il bando, ma non vi siano soldi per sistemare le scuole e gli uffici comunali, sia dal punto di vista normativo sia sul versante dell’ammodernamento strutturale. Ho invitato l’assessore competente a dare mandato agli uffici di intensificare i controlli sulle nostre strutture e fare un censimento dei beni, in modo che fatti spiacevoli come quelli del Caffè Teatro non siano la prassi in Comune».

Conclude Gabrielcig: «Ovviamente, la colpa non può ricadere né sul neoassessore né sul neodirigente che sono lì da quasi un anno: tuttavia, chi li ha preceduti, forse, non ha controllato a dovere. A mio avviso è opportuno che chi ne ha competenza accerti le eventuali responsabilità». —


 

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