Bruxelles apre alla proroga per Autovie
C’è un’altra stampella a sostegno dell’ipotesi di prolungamento della concessione autostradale di Autovie Venete. Può valere il finanziamento bancario e la realizzazione completa della terza corsia. Si chiama “in house providing” (gestione in proprio) ed è la formula, secondo alcuni (ma non tutti) applicabile alla società regionale, che può convincere l’Ue a non imporre la procedura di gara alla scadenza del marzo 2017.
La trattativa
La novità è emersa negli incontri romani tra la commissione comunitaria Concorrenza (che il 10 marzo ha schierato il direttore generale Gert-Jan Koopman) e il governo. I tecnici si sono rivisti due giorni fa, si riuniranno il prossimo 2 aprile, mentre il 14 a Bruxelles toccherà nuovamente ai vertici. In ballo la richiesta italiana all’Europa di consentire tre proroghe: oltre ad Autovie (che guarda, per la A4, al 2038), anche Autostrada del Brennero (2045) e Sias (si punta ad accorpare le otto concessioni del gruppo Gavio in un’unica convenzione con scadenza 2043).
La novità
Sul tavolo, oltre al tentativo di interpretare positivamente per le tre società l’articolo 43 della direttiva Ue (23/2014) che dà flessibilità sui contratti in essere, sono emerse le prospettive giuridiche aperte dall’articolo 17 che detta nuove disposizioni in materia di “in house providing” offrendo alla Pa un’alternativa rispetto al ricorso al mercato per la gestione di un servizio.
I paletti
In sostanza, passando attraverso una rivalutazione dei tradizionali elementi costitutivi di quel modello (che per esempio in Regione riguarda Insiel, partecipata al 100% dall’ente pubblico), Autovie potrebbe rientrare tra le società “in house” in quanto, così si legge nella direttiva, oltre l’80% delle sue attività sono effettuate nelle svolgimento dei compiti a essa affidati dalla controllante pubblica in un contesto in cui i privati, pur presenti, hanno quote minime per poter incidere su controllo e gestione societaria. In sostanza, non hanno potere di veto.
Stop a Gavio
Passasse una simile interpretazione giuridica, con Autovie giudicata “in house”, non ci sarebbe la necessità di procedere a gara alla scadenza della concessione sulla A4. Lo stesso vale per Autobrennero (anche in questo caso a stragrande maggioranza pubblica) mentre i privati di Gavio, costretti a seguire le rigide regole della concorrenza e a rispettare i vincoli sugli aiuti di Stato, non hanno la possibilità di percorrere la stessa strada.
Il nodo Friulia
Per quanto se ne parli, e pure con insistenza, non è detto che sia però tutto agevole. Il primo nodo da sciogliere è il fatto che Autovie non è partecipata direttamente dalla Regione, ma lo è attraverso una società di diritto privato come Friulia. C’è chi ritiene che la deroga possa essere concessa ugualmente, c’è invece chi sospetta che la questione sia irrisolvibile. Non a caso la trattativa, che sembrava poter essere definito entro marzo, proseguirà ancora per qualche mese.
Soluzione modello
Del resto, se la commissione Concorrenza ha manifestato più di un’apertura, i funzionari del Mercato hanno al contrario avanzato varie perplessità. Isabella De Monte, europarlamentare del Pd, mostra peraltro un certo ottimismo: «Dal mio punto di vista il regime “in house” è una via auspicabile, frutto di un’ampia e proficua fase di approfondimento con la direzione Concorrenza. Potrebbe anzi rappresentare un modello da seguire anche per altri investimenti in Ue».
Consiglio di Stato
Ad avere un peso potrebbe essere un recente pronunciamento del Consiglio di Stato che, rispondendo a un quesito del ministero della Pubblica istruzione, ha interpretato in maniera “allargata” la direttiva europea, ritenuta dai giudici “self-executing”, vale a dire applicabile senza ulteriori passaggi legislativi statali, «contenendo essa disposizioni compiute e di contenuto incondizionato e preciso».
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