Brucia la cucina del kebab dei Tir
È bastato probabilmente - da quanto s’è capito dopo, a incendio domato - il classico attimo di troppo. Il pentolone sul fuoco s’è scaldato e l’olio che ci stava dentro, e che di lì a poco avrebbe accolto un pacco di patatine pronte a farsi friggere, ha finito a sua volta per farsi friggere, per bruciare. Le fiamme che si sono sviluppate nella pignatta si sono arrampicate verso la cappa, insinuandosi poi lungo la canna fumaria fino in cima al camino, sul tetto, dove hanno letteralmente squagliato l’aspiratore industriale che vi era installato. È successo ieri, verso mezzogiorno, nel kebab confinante col bar interno dell’Autoporto di Fernetti. Un mezzogiorno di fuoco, ora la si può anche buttare un po’ sul ridere, dato che grazie alla prontezza prima del personale che ci stava lavorando, che ha messo subito mano all’estintore, eppoi dei vigili del fuoco, partiti immediatamente dal distaccamento di Opicina, allertati in tempo reale dalla sorveglianza dell’Interporto, nessuno s’è fatto male né è rimasto intossicato. Più fumo che arrosto. Più danni che altro, insomma, per di più limitati, fortunatamente, e quantificati di primo acchito in alcune centinaia di euro fra materiale da sostituire e manodopera.
L’effetto collaterale, semmai, è che dall’ora di pranzo di ieri, in concomitanza purtroppo col fine settimana, quando l’Autoporto conta un numero di camionisti in sosta più alto del solito, il locale funziona di fatto a mezzo servizio. Il girarrosto col kebab certo continua ad avvitarsi su se stesso, e quindi a produrre carne per panini, visto che è alimentato a corrente elettrica, ma la cucina - come hanno constatato poi gli stessi vigili del fuoco, che hanno redatto i verbali di legge - è sostanzialmente impraticabile fino al ripristino delle componenti bruciate dalle fiamme. A rovinarsi, come detto, sono stati cappa, canna fumaria, camino e aspiratore, che ha sì l’anima in metallo ma pure le pale rivestite in materiale plastico. Il personale al lavoro, appunto, s’è accorto seduta stante del problema, e ha potuto tamponare il rogo rendendolo così classificabile, tecnicamente, come un principio d’incendio. In breve i pompieri di Opicina, piombati nel frattempo sul posto dopo che era arrivata la telefonata al 115, hanno sedato definitivamente le fiamme, provvedendo anche ai relativi sopralluoghi tecnici di prassi sul tetto della palazzina a fuoco ormai spento.
Il kebab dell’Autoporto, operativo da diversi anni e nato proprio dall’idea di offrire un servizio in più all’utenza di riferimento, fatta ormai per il 40% da autisti turchi, specie ora che Fernetti è il pre-gate per i traghetti per la Turchia in partenza dal Porto Nuovo, non è solo un punto di ristoro ma anche di svago e informazione: vi sono piazzati televisori che trasmettono via satellite il segnale di vari canali nella lingua madre dei camionisti. Il locale è gestito da una società di piccoli imprenditori della ristorazione, a loro volta di nazionalità turca, che curano ulteriori kebab estivi principalmente sulle spiagge venete. «Questo inconveniente - così il professor Giacomo Borruso, presidente del Terminal Intermodale Fernetti - accelererà il processo di ammodernamento di questi spazi, tesi a renderli più moderni e confortevoli, che avevamo comunque in progetto di fare».
©RIPRODUZIONE RISERVATA
Riproduzione riservata © Il Piccolo