Bressan, Visintin e Bregant i cognomi più diffusi a Gorizia
Bressan, Visintin, Bregant, Marega, Nanut. E poi, Furlan, Culot, Marini, Grusovin e Leban. Non sono i dieci undicesimi di un’ipotetica squadra di calcio, ma la top ten dei cognomi più diffusi a Gorizia. Si diversifica rispetto a quanto succede in tutta la provincia dove stravincono i Visintin, davanti a Furlan, Trevisan, Marega, Bressan, Marchesan, Medeot, Braida, Calligaris, Donda.
Ma se “scaviamo” nella classifica dei cognomi più diffusi in città, spuntano per la prima volta fra i primi venti nomi di famiglia stranieri: a dimostrazione che anche Gorizia sta cambiando faccia e sta diventando sempre più multietnica. Su una popolazione di 35.417 abitanti, 3.264 sono stranieri e costituiscono quasi il 10% (9,21 per cento, per essere precisi). E un sesto sono etnia kosovara: prova ne sia che fra i cognomi più ricorrenti appaiono per la prima volta Krasniqi (sono 76 i cittadini che si chiamano così), seguiti dai Gashi (72), originari invece dell’Albania. Gorizia, dunque, sempre più multiculturale e multietnica. «La suddivisione per macroclassi d’età evidenzia un carattere tipico delle migrazioni delle migrazioni: la giovane età dei cittadini residenti. L’86,1% degli stranieri - si legge nel “Piano territoriale dell’immigrazione” redatto dalla Provincia - ha un’età inferiore ai 50 anni, il 20,9% sono minori. L’età media della popolazione straniera è pari a circa 32 anni». Altro dato saliente: dal 1997 ad oggi sono più che raddoppiati i cittadini di nazionalità non italiana. Erano 1.257 in quell’anno, sono lievitati a 2.954 nel 2008, a 3.106 nel 2010 sino ai 3.152 del giugno 2011 e ai 3.264 attuali. Una crescita imperiosa e che contribuisce a limitare i danni in bilanci demografici sempre all’insegna dei segni “meno”. Ma c’è anche un altro elemento importante. In una città che non brilla per spirito d’iniziativa imprenditoriale (l’ha evidenziato nei giorni scorsi anche la classifica del Sole 24 Ore sulla qualità della vita), l’attivismo si registra quasi esclusivamente fra gli stranieri. Le statistiche Caritas/Migrantes Illuminanti le statistiche Caritas/Migrantes raccolte in un volume della Fondazione Ethnoland. Ebbene: a Gorizia (e conferme arrivano anche dalla Camera di commercio) la presenza di imprenditori non di madrelingua italiana è aumentata del 30% in quattro anni. Gestiscono piccole imprese e hanno, in un paio di casi, una quindicina di dipendenti.
Ma torniamo ai cognomi più diffusi. Restando fra gli stranieri, sono entrati prepotentemente in classifica anche gli Hoti (sono 44 a Gorizia), i Thaqi (38), i Bytiqi (31), gli Hajdic (28) e gli Ahmetasevic (23). Tornando ai nomi di famiglia locali e detto dei primi 10, si difendono bene anche Vidoz, Brumat, Medeot, Sfiligoi, Zotti, Bensa e Paulin.
Interessanti le osservazioni di Gianni Cimador nel libro “I cognomi triestini e goriziani. Origini, storia, etimologia dall’Istria al Basso Friuli” curato assieme a Marino Bonifacio e pubblicato a suo tempo da “Il Piccolo” con il sostegno delle Coop Cooperative Operaie e di Acegas Aps. «I cognomi della provincia di Gorizia rivelano una ricchissima stratificazione di influenze culturali diverse, che fanno di questo territorio di passaggi e incontri fra popoli un caso unico dal punto di vista linguistico: in esso si intrecciano i tre grandi gruppi linguistici europei (latino, germanico, slavo), dando vita a un dinamismo fecondo anche negli ambiti dell’onomastica e della toponomastica, che rappresentano dei punti di partenza per rileggere il passato (e capire il presente) in una prospettiva più attenta a quella che Scabia definirebbe la “vera storia” degli individui, ai vissuti quotidiani ed esperienziali. Se in cognomi come Brumat, Bertogna, Clama, Donda possiamo infatti riconoscere nello stesso tempo una origine slava e una germanica, e in Boscaròl l’alterazione dialettale friulana di un termine germanico, in un cognome come Benes le ipotesi di derivazione rimandano contemporaneamente a una base latina, germanica e slava».
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