Bratušek in corsa con un nuovo partito
TRIESTE. Tra rumors, question-time in Parlamento, indiscrezioni più o meno fondate, la premier dimissionaria slovena Alenka Bratušek va avanti per la sua strada e dimostra di avere un progetto politico ben preciso. In pochi giorni è riuscita a raccogliere le duecento firme necessarie per istituire il suo partito. Con i sostenitori dialoga su Facebook e proprio sul social network ha annunciato che il congresso costitutivo della sua nuova formazione politica, dopo l’uscita da Slovenia positiva per i noti contrasti con l’attuale leader e sindaco di Lubiana, Zoran Jankovi„, si terrà a Lubiana il prossimo 31 maggio.
Resta ancora avvolto nel mistero il nome del partito con il quale la premier si presenterà alle prossime elezioni politiche anticipate di luglio. A una domanda diretta su Facebook proprio relativa al nome della nuova formazione politica la Bratušek ha risposto: «L’Alleanza di Alenka Bratušek raggrupperà tutti quelli che credono che la Slovenia possa essere vincente nell’economia e rimanere uno stato sociale». Quindi non è escluso che nel nome sia presente il termine “alleanza” e il nome della premier dimissionaria. Ben precisa invece la collocazione “ideologica”. Bratušek ha ribadito che si muoverà nell’area social-liberale e ha confermato di essere favorevole alla creazione di alleanze o cartelli elettorali per operare assieme a quanti hanno la stessa visione della politica e del futuro della Slovenia. A questo punto appare scontata l’unione con altre due neonate formazioni partitiche, quella di Miro Cerar e con il movimento “Io credo” di Igor Šoltes. E, secondo i primi sondaggi, la formazione Bratušek più le due appena menzionate potrebbero toccare quota 16% dei suffragi diventando così il partito di maggioranza relativa nel Paese.
L’arma vincente dell’alleanza sta nel fatto, al di là dello schieramento che rimane comunque di centrosinistra, che è costituita da tre leader “puliti”. Bratušek, durante il suo periodo di governo, non è stata mai neppure sfiorata da qualche scandalo più o meno rilevante, Cerar è uno stimato professore mentre Šoltes è l’ex presidente della Corte dei conti, persone stimate al di là di quello che può essere il loro credo politico. Il loro eventuale successo sarebbe solo la conferma di quanto la Slovenia (e non solo lei) abbia bisogno di politici seri e presentabili per cercare di ridare credibilità alla politica stessa e garantire un impegno per riuscire a migliorare le condizioni economiche e sociali del Paese.
Bratušek poi ha ottenuto fin qui una buona visibilità europea, da premier si è mossa con molta equidistanza nei rapporti di politica estera non scontentando nessuno. Forse a Lubiana l’anti-politica nasce dalla stessa politica. Auguri Slovenia.
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