Brandolin il cognome più diffuso a Cormons

Dominano la top ten a quota 93 seguiti a distanza dai Visintin. Curiosità: non c’è più nemmeno un Pizzul

CORMONS. Cormons sembra quasi una enclave francese, almeno a leggere i cognomi più diffusi nel comune. Scorrendoli, viene da pensare si ad un'influenza napoleonica: secondo i dati dell’anagrafe i tre cognomi più diffusi sono Brandolin, Visintin e Bon. Tutti e tre terminano con una consonante che spesso conclude anche le parole della lingua di Proust ("Bon", poi, nell'idioma transalpino ha un significato preciso, "buono") e chissà se in qualche modo una minima influenza francese ci sia effettivamente stata nel corso dei secoli. I Brandolin dominano assolutamente la scena: sono ben 93, che su circa 7700 abitanti compongono da soli l'1,2% dei cormonesi. Ben distanti infatti i Visintin: sono 65, seguiti a distanza ravvicinata dai Bon (60 in tutto). Tutti dati aggiornati al 31 dicembre 2014 e quindi aggiornabili, ma che rendono bene l'idea come i tipici cognomi italiani, quelli che terminano con una vocale, a Cormons siano molto più rari che in altre realtà dello Stivale. Un segno anche della caratteristica di posto storicamente di frontiera vissuto dalla città, e dunque area di passaggio di popoli da sempre. Per trovare un cognome che termini con una vocale infatti bisogna scendere al quarto posto dei Battistutta, altro cognome comunque tipico di Cormons: Ma andando ad analizzare i primi 33 posti, un dato emerge chiaro: i cognomi che terminano con una consonante sono la stragrande maggioranza, ben 25. Tra questi ci sono gruppi famigliari che da generazioni sono cormonesi, i cui nomi sono molto diffusi: dai Cattarin ai Fain, dai Picech ai Bigot, dai Feresin ai Godeas, solo per citarne alcuni. Non c'è, in questa specie di classifica, il cognome cormonese forse più noto a livello nazionale: Pizzul, ma la famiglia del grande Bruno (cittadino onorario di Cormons, ma residente a Milano) non vive più nella cittadina collinare. E a dimostrazione della particolarità dell'essere cormonese, citiamo proprio un episodio narrato dal giornalista: «Quando andai a Salisburgo per la cronaca di Austria-Ungheria, mio padre mi telefonò e mi disse scherzando ma non troppo: "Finalmente commenterai una partita delle nostre nazionali". Lui infatti si è sempre sentito asburgico». I cognomi cormonesi confermano come la città abbia un cuore imperiale, e forse non solamente mitteleuropeo.

Matteo Femia

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