Bracconieri in agguato nel bosco del Farneto

Al bosco del Farneto sono tornati i bracconieri. Nel mirino caprioli, cinghiali e altri animali selvatici di piccola taglia. La tecnica è quella usata già in passato: un laccio di fil di ferro. La dinamica inesorabile: il capriolo vi infila la testa e muore strangolato dal cappio. Una morte atroce, per soffocamento. In questi giorni un laccio di ferro intrecciato del diametro di circa un centimetro ha coinvolto Emma, un cane di circa 20 chili, splendido incrocio tra setter e levriero. Mentre il padrone era un po’ distante, l’animale - superati alcuni rovi a pochi passi da un sentiero distante 80 metri dal Ferdinandeo - ha iniziato a guaire. «All'inizio non ho capito cosa stesse accadendo, poi ho realizzato che la mia cagnetta era in difficoltà anche perché chiamandola non tornava indietro», spiega Dario, il padrone di Emma. Da lì la rapida corsa verso una zona un po' scoscesa dove si è presentata l'inaspettata scena: il cane era a terra con la zampa posteriore sinistra imprigionata in un cappio. «Istintivamente ho cercato di liberarla ma essendo in discesa il peso del corpo la portava sempre più a valle e io, che indossavo dei sandali, mi trovavo in difficoltà: non riuscivo a fare presa sul terreno», racconta l'uomo. Dopo alcuni istanti di panico il filo ha cessato di essere in tensione e l’animale, spaventato, è stato liberato. Per fortuna Emma, nonostante gli evidenti segni sulla zampa, è tornata a muoversi con regolarità.
Dell'accaduto è stato informato il Guardiaccia di Trieste, Ilario Zuppani. «Erano otto anni che non registravamo più la presenza di trappole per animali selvatici nel bosco del Farneto, tecnica che in passato aveva coinvolto soprattutto caprioli. Certo non è un buona notizia». Zuppani, ricordando come invece in alcune zone del Carso – tra Malchina, San Pelagio, Prosecco e Sgonico – la caccia con i lacci di ferro fosse in voga sino a pochissimi anni fa, ha fornito alcuni suggerimenti sul da farsi in caso qualche altro cane dovesse essere in coinvolto in simili episodi. «Fermo restando che quella è una zona che monitoriamo con costanza, sempre in proporzione al numero delle nostre forze lavoro, posso dire che l'utilizzare il guinzaglio è e rimane fondamentale, oltre che obbligatorio, anche all'interno del Boschetto. Nel caso però in cui un animale dovesse trovarsi in pericolo occorre avvisare i guardiacaccia o la forestale, e in loro assenza i carabinieri o la polizia».
Sul motivo del ritorno dei bracconieri Zuppani non si sbilancia. Di certo, dedicarsi alla caccia utilizzando questa tecnica è assolutamente illegale (i lacci di ferro sono vietati), soprattutto in quell'area del Boschetto in cui l'attività venatoria è proibita.
Riccardo Tosques
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