Braccio di ferro sulla sanità triestina

La riforma regionale innesca uno scontro e una conta a distanza ravvicinata. Cosolini: «Più assunzioni». Dipiazza: «Ribalterò il tavolo di Serracchiani»
Roberto Dipiazza e Roberto Cosolini
Roberto Dipiazza e Roberto Cosolini

TRIESTE. Più assunzioni contro più posti letto. La sanità irrompe nella campagna per il ballottaggio e, sebbene il Comune non abbia competenze sulla gestione di ospedali e assistenza territoriale, i due candidati non lasciano scoperto nemmeno questo campo.

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Roberto Cosolini e Roberto Dipiazza puntano il faro su due aspetti diversi della riforma sanitaria voluta dalla giunta Serracchiani, sfidandosi a distanza (ravvicinata) nel duello tra fautori e detrattori del riordino del sistema sanitario regionale andato in scena ieri all’Hotel Savoia: il candidato del centrosinistra si sofferma sulla necessità di un aumento del personale, l’esponente del centrodestra se la prende con la riduzione dei posti letto. Sullo sfondo il dilemma: riforma sì, riforma no.

Il nuovo capitolo del prolungato braccio di ferro si svolge in un’atmosfera surreale. Per i favorevoli l’appuntamento è alle 18 nella sala Imperatore del Savoia, solo mezz’ora dopo l’inizio dell’incontro organizzato dagli scontenti all’interno della sala Zodiaco, al piano di sotto.

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Non certo una coincidenza: dopo aver saputo della conferenza indetta dall’Anaoo Assomed, sindacato della dirigenza medica in prima linea contro la riforma, il centrosinistra si schiera infatti a specchio, come si direbbe in ambito calcistico. La controconferenza si tiene nello stesso luogo e perfino la mail d’invito coinvolge con identica formula «gli operatori sanitari, l’Ordine dei medici, le organizzazioni sindacali, le forze politiche e i cittadini interessati».

Al Savoia si mescolano temi sanitari e campagna elettorale. I favorevoli sono convocati dal Forum salute Pd, sotto lo slogan «In Comune una sanità migliore». A officiare la cerimonia ci sono il presidente della Commissione regionale Sanità, Franco Rotelli, e il sindaco Cosolini, che interviene davanti a una sala affollata da medici e operatori del settore.

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«La riforma è difficile ma necessaria. L’unico vero problema - va al dunque il candidato - è che serve più personale: ho chiesto alla Regione di provvedere urgentemente a nuove assunzioni, affinché i nostri ospedali siano messi nella condizione di lavorare al meglio. Il nodo è solo questo e non quello dei posti letto tagliati, che al momento sono 24 e che a regime saranno 56».

Sul punto si concentra anche Rotelli, che ribadisce che «solo i 24 posti in meno sono numeri veri, il resto sono balle. Inoltre a nessun triestino è stato mai rifiutato un ricovero per carenza di posti. Oggi sono qui seduti professionisti sanitari di prestigio, da Roberto Di Lenarda a Gianfranco Sinagra, da Tiziana Cimolino a Ofelia Altomare, da Melania Salina a Maila Misley: una presenza a favore della riforma che dovrebbe scoraggiare qualunque tentativo elettoralistico di svilire la sanità triestina».

La sala al piano di sotto ha una composizione diversa e la platea conta soprattutto i membri dei nove comitati locali promotori del referendum per l’abolizione della riforma, sulla cui legittimità sta per esprimersi l’Ufficio di presidenza del Consiglio regionale, sebbene le voci di dentro parlino di una bocciatura e della conseguente necessità per l’aula di esprimersi sul quesito con maggioranza assoluta.

Ai comitati si rivolge il candidato Dipiazza, riportando cifre radicalmente discostate da quelle dell’avversario: «A riforma conclusa Trieste perderà 344 posti letto. Un sindaco non ha competenze sulla sanità, ma deve battere i pugni in Regione e non restare prono come ha fatto Cosolini, che ha permesso il depauperamento della sanità triestina».

«Io ribalterò il tavolo, ricordando pure che su 8 Cap (Centri di assistenza primaria, ndr) previsti a Trieste, non ne è stato aperto nessuno». Guerra di cifre, dunque. Persino dentro lo stesso fronte se le slide di Anaao, proiettate pochi minuti prima, indicano in 230 i tagli di posti letto a Trieste.

Secondo la segretaria regionale di Anaao, Laura Stabile, «la riforma sarebbe condivisibile, ma finora si sono attuati solo i tagli in ospedale e nulla si è fatto per il potenziamento del territorio. In tutto il Fvg si arriverà a 579 posti letto in meno, considerando anche i day hospital. La spesa sanitaria continua a diminuire in tutta Italia e fra pochi anni il sistema non sarà più sostenibile. Già ora osserviamo il blocco delle assunzioni e ticket così alti da spingere le persone a rivolgersi ai privati».

I toni degli anti riforma sono decisamente catastrofici: «La sanità è a pezzi», recita il titolo dell’incontro, cui partecipano numerosi esponenti d’opposizione in Regione, da Riccardo Riccardi (Fi) ad Andrea Ussai (M5s) fino a Barbara Zilli (Lega). Non manca nemmeno Stefano Pustetto (Sel), spina nel fianco della sua stessa maggioranza sui temi della sanità e possibile variabile impazzita nel pronunciamento del consiglio sul quesito referendario.

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