Boxe e politica, il triestino Tuiach a rischio squalifica

TRIESTE «Io non ce l’ho in alcun modo con Fabio Tuiach, è un campione. Detto ciò, la politica deve assolutamente restare fuori dal ring». Il presidente di Federboxe Vittorio Lai interviene così sul caso del pugile e consigliere comunale triestino, che nei giorni scorsi ha conquistato a Sequals il titolo di campione italiano dei pesi massimi in un match contro Sergio Romano.
In un’intervista rilasciata martedì al quotidiano La Repubblica, Lai aveva anticipato che, in caso di esternazioni razziste, sarebbero potute arrivare delle sanzioni nei confronti dell’atleta. Anche la squalifica.
Queste le sue dichiarazioni al giornalista: «Mi riservo di acquisire il filmato dell’incontro (di Sequals, ndr) ma è chiaro che un pugile deve avere un comportamento ineccepibile, sul ring e fuori. La politica deve essere estranea allo sport, ma soprattutto il razzismo deve stare alla larga dal pugilato. Se, e sottolineo se, Tuiach ha fatto propaganda politica sul quadrato o ha postato su facebook delle frasi di intolleranza razziale, sarà deferito alla procura federale ed è a rischio squalifica».
La Federazione approfondirà, attraverso i commissari, se Tuiach abbia usato il ring per fare propaganda: il pugile si è fatto fotografare assieme al capo di Forza nuova, il movimento neofascista a cui aderisce, anche se questo, specifica Lai, di per sé non costituisce una violazione delle regole. Diverso il caso di proclami politici dal ring o di esternazioni razziste sui social network: essendo un tesserato, Tuiach dovrebbe attenersi alle regole della Federazione, improntate all’antirazzismo. «Non conosco personalmente Tuiach e sono assolutamente solidale con lui, ognuno può pensarla come la vuole – dice il presidente –. Dopodiché approfondiremo se ci sono state delle violazioni, al momento non risulta».
Basta fare un giro su uno dei profili del politico-atleta, però, per imbattersi in status come quello seguente, con cui motivava il suo supporto alla Croazia ai mondiali di calcio: «A me basta sapere che la Croazia è un paese ancora cattolico e l’allenatore praticante ha il S. Rosario in tasca – scriveva Tuiach –. Dall’altra parte ora c’è la multiculturale, multirazziale ma in prevalenza afroislamica Francia che ha portato democratiche bombe in Africa per creare questa invasione che distruggerà i popoli europei!». Quanto alla commistione fra politica e sport, il pugile ha accompagnato così la foto che lo ritrae con Fiore sul ring subito dopo la vittoria: «Mi hanno detto di non mischiare sport e politica ma sul ring ero con Denis Conte, segretario regionale di Fn, e Roberto Fiore, segretario nazionale di Fn. Non mi hanno lasciato parlare in diretta a fine match ma volevo solo ringraziare il buon Dio che mi guida sempre nel migliore dei modi».
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