Botte al controllore sul bus a Trieste, condannato
TRIESTE Gli è costato caro salire sull’autobus senza pagare il biglietto. Ma, soprattutto, gli sono costate care le botte al controllore per tentare di farla franca. Il quarantaduenne Demis Corda, muggesano, è stato condannato a un anno e due mesi di reclusione per aver aggredito un dipendente di Trieste Trasporti. Una pena probabilmente destinata a fare scuola, visto che - così riferiscono dalla società di trasporti - episodi analoghi si verificano di frequente.
La vicenda risale al 16 aprile 2016. Corda è a bordo della “35” privo del regolare titolo di viaggio. Ne ha in mano un paio “fasulli”, già usati, che mostra all’addetto sperando d’imbrogliarlo. Non gli riesce. La multa è d’obbligo. Ma il quarantaduenne si rifiuta di declinare le proprie generalità e di esibire la carta d’identità. «Mi no te dago niente, no te go pel c..., va a c..., te ga sbaglià persona, te vederà ti”, urla il muggesano. Parole che suonano come una minaccia. Il controllore non perde la pazienza e contatta la polizia. Nel frattempo l’uomo pesca dal portafoglio una carta d’identità piuttosto malconcia, da cui non si riescono a leggere bene i dati, nemmeno l’anno di nascita. Corda s’inventa una data a caso. L’operatore non abbocca e inizia a stendere il verbale della contravvenzione. Il quarantaduenne, cieco di rabbia, si avventa sul dipendente di Trieste Trasporti prendendolo a manate. Lo colpisce ripetutamente al petto sotto gli occhi sbigottiti degli altri passeggeri. Poco dopo arriva la polizia.
Partono la denuncia degli agenti, l’indagine del pm e il processo. Corda, assistito d’ufficio dall’avvocato Giulio Di Bacco, sostiene di non aver commesso nulla. Ma gli accertamenti dicono il contrario. Per il giudice che ha emesso la sentenza, Enzo Truncellito, non ci sono dubbi sulla condotta dell’uomo, che definisce «strafottente, arrogante e maleducata». «Il fatto, che purtroppo non è episodico, è senz’altro significativo del difficile contesto in cui spesso i nostri verificatori devono lavorare», rileva Michele Scozzai, responsabile della comunicazione di Trieste Trasporti. «La legge dice che gli agenti accertatori sono pubblici ufficiali: professionisti che svolgono un lavoro essenziale per assicurare un buon servizio, a tutela soprattutto di chi viaggia regolarmente. Per noi - ancora Scozzai - è prioritario che con la clientela vi sia sempre un rapporto di collaborazione e reciproco rispetto, ci impegniamo per questo. Le regole ci sono e il mestiere dei controllori è farle rispettare».
Nel corso del 2017 sono state verbalizzate ben 11.369 sanzioni, a fronte di 24.444 ore di attività di verifica a bordo su un totale di 62.586 corse. Le teste calde che non pagano il biglietto e aggrediscono i controllori, assicura l’azienda, non mancano.
Al condannato, che dovrà pagare anche le spese processuali, non è stata concessa la condizionale, visto che in passato ne ha già beneficiato. Con ogni probabilità sconterà la pena ai domiciliari.
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